CASTELLANETA- Ad incastrarla le notti insonni del vicino, incuriosito da quella donna di mezza età che era solita uscire da casa soltanto di notte. Dopo una fuga di 4 anni, con ricerche estese anche a livello internazionale, la 52enne torinese è finita in manette per quella segnalazione, che mai avrebbe pensato. Si era rifugiata a Castellaneta, in provincia di Taranto, perché su di lei pendeva dal 2016 una condanna a 8 anni di reclusione e un mandato d’arresto europeo per sequestro di persona a scopo di estorsione. Quando i giudici si sono pronunciati, della donna però non c’era più traccia.
Definita dai finanzieri della Compagnia di Altamura “una pericolsa latitante”, la donna è considerata responsabile del sequestro di un imprenditore di Prato con il quale aveva inizialmente avviato una trattativa per l’acquisto di un centro estetico. L’uomo aveva mandato in fumo l’affare una volta venuto a conoscenza dei precedenti economici della donna, inserita nell’elenco delle persone protestate.
Tutt’altro che rassegnata, a quel punto lei ha deciso di costringere l’imprenditore a consegnarle la somma non dovuta di 180 mila euro o in alternativa cambiali per pari importo. Poi – con il supporto di tre complici di nazionalità slava – ha fermato l’imprenditore mentre usciva dalla sua abitazione di Firenze , spinto in auto, condotto in un appartamento a Bologna, percosso con un bastone agli arti e all’addome e, successivamente, legato intorno al collo con fili elettrici.
La vittima era stata infine abbandonata senza denaro ed effetti personali nei pressi della stazione ferroviaria. Dalla sua denuncia è derivata la condanna a carico della donna, individuata nel suo rifugio a Castellaneta grazie alla soffiata del vicino insonne e l’intervento delle Fiamme Gialle. Nel Tarantino la latitante viveva “sotto falso nome”, utilizzando una carta d’identità falsa. Durante il blitz dei finanzieri è stata inoltre arrestata in flagranza per il reato di possesso e fabbricazione di documenti di identità falsi.