LECCE- Regna la confusione nel settore balneare, alle prese con il rinnovo delle concessioni demaniali. Il 23 dicembre scorso, con una nota il Ministero delle Infrastrutture ha chiarito che non può esserci proroga automatica per tutti, dal 2020 e fino al 2035, come stabilito dalla finanziaria dello scorso anno, poiché in contrasto con i principi comunitari.
“Tra mille pareri autorevoli e illuminati, tutti contrari perchè “….qualche Procura potrebbe essere contraria” – commenta Vito Vergine, componente della giunta Confcommercio Lecce e consigliere nazionale Sib – nessuno afferma la cosa più semplice: rinnoviamo le concessioni perchè ce lo dice una legge dello Stato e la Regione titolare del settore; aggiungiamo una clausola di revoca e/o decadenza nel caso in cui lo Stato o l’Europa decida diversamente”.
“D’altra parte – continua – i fautori delle gare internazionali ignorano che chissà quando e come sarà possibile indirle con criteri efficaci e applicabili. Se i canoni saranno stabiliti dallo Stato e non oggetto di aumenti; se le strutture dovranno avere requisiti imposto dalla legge; se gli spazi sono regolamentati per legge, su che cosa si apre una gara ? Chi sarà chiamato a giudicare le “offerte” concorrenti ? Concorrenti su che cosa se non ci sono margini per proporre progetti diversi ?Immaginate quanti contenziosi sorgerebbero ? Visto che della materia si discuterà a lungo cosa facciano intanto ? Chiudiamo tutto per paura di qualche inchiesta o torniamo al lavoro includendo clausole di salvaguardia come per legge ? Le cose semplici non piacciono a chi sguazza nella polemica vuota e la politica lascia fare e dire”.