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Dal biostabilizzatore al compostaggio: a Cavallino, Ambiente&Sviluppo chiede l’ “adeguamento”

CAVALLINO- Dall’attuale impianto di biostabilizzazione ad un possibile futuro impianto di compostaggio, oltre che di trattamento per il recupero dell’indifferenziata. Quello che finora non è riuscito di fare al pubblico prova a farlo un privato: la società Ambiente e Sviluppo srl , che gestisce la piattaforma per il trattamento dei rifiuti in località Masseria Guarini, a Cavallino, ha presentato un progetto di “modifica sostanziale dell’Autorizzazione integrata ambientale per l’installazione di attività per il recupero della Forsu (la frazione umida, ndr) e il recupero di materiali (Remat)” in quello stesso impianto.

Dall’azienda, ci tengono a specificare che si tratta di un “adeguamento alle nuove Bat di settore”, cioè alle migliori tecnologie ambientali disponibili, “richiesto dalla Regione”, nell’ambito del riesame, con valenza di rinnovo, dell’Aia. L’attuale ciclo di trattamento, per un quantitativo annuo pari a 165.739 tonnellate, si articola in 3 fasi principali: conferimento dei RSU tal quali e pretrattamento (triturazione); biostabilizzazione in tunnel; selezione meccanica e trattamento volumetrico della frazione recuperata.

La società ora “intende procedere ad una modifica sostanziale al ciclo di trattamento dei rifiuti in ingresso, introducendo due linee di trattamento” differenti, usando la stessa struttura, con l’aggiunta di una tettoia e delle piazzole per lo stoccaggio del compost maturo e dei container destinati a quello insacchettato e alle frazioni recuperate.

La prima linea riguarda il rifiuto urbano indifferenziato residuo, per un quantitativo annuo pari a 55.659 tonnellate: dovrebbe essere allestita all’interno del capannone esistente, adeguando tre biotunnel già presenti: in questo modo, “si potrà introdurre – è spiegato nel progetto – a monte del processo di biostabilizzazione, il recupero materiali (ReMat), aderendo alle linee guida della Regione Puglia, così da massimizzare il recupero, dal rifiuto indifferenziato in ingresso, delle frazioni carta, plastica e metalli”.

La seconda linea riguarda, invece, il compostaggio della frazione umida (la cosiddetta FORSU), per un quantitativo annuo pari a 25.000 tonnellate di rifiuti organici e 2.000 di rifiuti a matrice legnosa, ammodernando 14 tunnel già presenti. I quantitativi sono di poco inferiori rispetto alle 30mila tonnellate dell’impianto di compostaggio il cui progetto, finanziato con soldi pubblici e sempre relativo alla stessa piattaforma esistente, era stato presentato dal Comune di Cavallino e bocciato dal Consiglio di Stato, dopo il ricorso dei Comuni di San Donato, Lizzanello e San Cesario, che lamentavano una vicinanza ai centri abitati superiore rispetto a quella contenuta nel Piano regionale. Dopo la disponibilità data dal Comune di Lecce, l’impianto pubblico potrebbe ora migrare nella zona industriale Lecce-Surbo, dove però è già in fase di valutazione un altro progetto privato, quello di Metapulia, da 55mila tonnellate.

Nel frattempo, Ambiente e Sviluppo srl ha chiesto l’ “adeguamento” del biostabilizzatore che gestisce a Cavallino, considerando la sua proposta progettuale “scrupolosamente coerente con le previsioni e gli obiettivi” del Piano regionale sia per impiantistica che per localizzazione, proprio alla luce di quegli interventi già programmati dal pubblico su Cavallino.

 

t.c.

 

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