CAVALLINO- Tutto da rifare. Il progetto per l’impianto di compostaggio a Cavallino è tutto da rifare. Il Consiglio di Stato, con una sentenza pubblicata in mattinata, ha rigettato il ricorso del Comune di Cavallino confermando la linea del Tar di Lecce, che aveva dato ragione ai Comuni di San Donato, San Cesario e Lizzanello, che a quell’opera si sono messi di traverso.
Nel 2015 era stato San Donato a impugnare la delibera dell’assemblea dei sindaci dell’allora Ato provinciale che aveva approvato il progetto per il riammodernamento, la ristrutturazione, l’adeguamento dell’impianto di biostabilizzazione e di discarica servizio/soccorso a Cavallino. Il progetto venne stralciato nell’ultima parte relativa alla discarica e ripresentato dal Comune di Cavallino.
A pesare sono soprattutto le distanze: l’impianto di compostaggio in progetto dista 400 mt dalla zona commerciale del comune di Cavallino e circa un km dal centro abitato di San Donato. “Le stesse distanze sussistono in relazione anche ad altri siti sensibili (asili, scuole, ospedali e case di riposo) presenti nei suindicati centri abitati”, scrivono i giudici. E questo significa che “Il progetto ha interessato una località posta a distanza inferiore da quella prevista nel PRGRU (par. 1.2.) e comunque non ha individuato, in via alternativa, una macroarea potenzialmente idonea e fatto valutazioni sull’impatto di tipo odorigeno sui centri abitati e sui siti sensibili”.
Le distanze avrebbero dovuto essere non inferiori a 2km dai centri abitati, a 300 m da case sparse, a 2,5km da luoghi sensibili. La trasformazione dell’impianto di biostabilizzazione esistente in impianto di compostaggio, insomma, non può essere fatta passare per semplice adeguamento, perché le modifiche sono “rilevanti”. Così come le distanze.