LECCE- Il nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, che entrerà in vigore ad agosto, “contiene una sfida che impone una riflessione anche sul comportamento e nuovi obblighi”, ha detto Annarita Pasca, presidente della sezione commerciale del Tribunale di Lecce. In mattinata, all’hotel Tiziano, Ordine dei commercialisti, retto da Giuseppe Venneri, e Fondazione Messapia, presieduta da Fabio Corvino, hanno chiamato a raccolta i colleghi per l’avvio di una formazione che dovrà andare in profondità.
Dal prossimo 24 gennaio, partirà un corso di formazione, coordinato dal giudice Pietro Errede, con docenti autorevoli di caratura nazionale. Sarà suddiviso in moduli, che affrontano i temi, ad esempio, della responsabilità dei professionisti; delle misure di allerta e degli indicatori di crisi, lezione che sarà tenuta il 7 febbraio dal prof. Francesco Campobasso; saranno sviscerate le procedure di regolazione delle crisi, i rapporti giuridici pendenti nel concordato, gli accordi di ristruttrazione dei debiti fino alla disciplina delle società pubbliche. Questione cruciale, affrontata anche nel dibattito in mattinata, quella dell’etica dei commercialisti.
E’ una questione che riguarda da vicino il mondo imprenditoriale salentino, che cerca di farcela, nonostante la desertificazione economica e gli intoppi che arrivano spesso persino dalla pubblica amministrazione.
Alla commissione preparatoria del nuovo codice ha partecipato anche un salentino, Alessandro Silvestrini, giudice delegato con un’esperienza di oltre 20 anni nel campo. Come ha spiegato, la parte davvero nuova del codice è quella relativa alle misure di allerta, per prevenire i fallimenti; per il resto, si tratta di un testo unico delle procedure concorsuali. Sono stati introdotti dei correttivi che limitano il ricorso al concordato liquidatorio, considerato una alternativa al fallimento, cercando di indurre, invece, verso la strada del concordato di liquidità, finalizzato alla salvaguardia dell’azienda e quindi all’occupazione.