Cronaca

Ampliamento del ristorante “Approdo di Enea”, disposta la confisca

OTRANTO-Due condanne per falsità ideologica e abuso d’ufficio, assoluzione per l’attuale dirigente tecnico del comune di Otranto, e infine la confisca, così come chiesto dalla Procura, del ristorante “L’Approdo di Enea“, a Porto Badisco. Arriva la sentenza, emessa dalla corte presieduta dal giudice Pietro Baffa ( a latere le dottoresse Saracino e Fedele), nel processo in primo grado nato da un’inchiesta del procuratore Elsa Valeria Mignone. L’indagine contestava un susseguirsi di concessioni rilasciate e poi rinnovate, che avrebbero permesso ai titolari del noto ristorante, in una delle località più belle e amate del Salento, di ampliare la struttura, aumentando la sua superficie con pizzeria, bar, parcheggi e servizi igienici, senza le necessarie autorizzazioni in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico. Reati che si sarebbero verificati a partire dal 2012.

Due anni e 6 mesi per Luigi Fruni, titolare dello stabilimento, difeso dall’avvocato Luigi Corvaglia, e per Giuseppe Tondo, 65 anni, di Otranto, responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Otranto, ora in pensione. Assoluzione invece per Emanuele Maria Maggiulli, 52, di Muro Leccese, attuale dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Otranto, “perché il fatto non costituisce reato”. Secondo i giudici gli atti da lui firmati erano stati legittimati da una serie di sentenze del Tar che si sono susseguite nel corso di questi anni. Un’assoluzione che gli evita, per la legge Severino, la perdita dell’incarico.

I due funzionari comunali sono difesi dagli avvocati Pietro e Antonio Quinto. Per Tondo e Fruni la difesa ha già annunciato ricorso in Appello. I giudici hanno disposto, così come richiesto dal procuratore Alessandro Prontera, la confisca del ristorante. Disposta anche una provvisionale di 5 mila euro per le parti civili, due coniugi proprietari di terreni confinanti e la società Iste Sud SRL, proprietaria di un altro terreno.

Un’altra vicenda giudiziaria che influirà sulle sorti del ristorante sarà il 5 dicembre prossimo, quando davanti al Consiglio di Stato è fissata la causa proposta dal proprietario contro la sentenza del Tar dell’agosto 2019 che ha rigettato il ricorso dello stesso Fruni contro un ordine di demolizione del novembre dello scorso anno sulla base di alcune segnalazioni inoltrate dalla Soprintendenza di Lecce.

M. Cos.

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