Politica

Regionali, nel centrosinistra al via la corsa a 4 per le primarie di gennaio

BARI – Eccoli, seduti uno accanto all’altro i candidati alle primarie del centrosinistra per le regionali 2020: Michele Emiliano, Elena Gentile, Fabiano Amati e Leonardo Palmisano.

In una sala non troppo piena, per la verità, ma con tutti i partiti presenti, i candidati hanno ufficialmente aperto la corsa che li porterà ai gazebo del 12 gennaio prossimo.

Punti di vista diversi, da parte dei tre sfidanti ufficiali.

Elena Gentile, già assessore regionale ed europarlamentare spiega così la volontà di correre contro il governatore in carica: “Chiederò al presidente Vendola, innanzitutto, ma ai tanti che hanno vissuto e condiviso una esperienza di grande innovazione che ha fatto della Puglia, per davvero, un laboratorio di innovazione e di modernizzazione, di essere al mio fianco. Per ristabilire – ha detto – un punto di partenza importante e che tenga insieme le forze autentiche del centrosinistra. E parto dal Welfare – ha aggiunto la Gentile che ha guidato proprio quell’assessorato – non quello del reddito di inclusione e del reddito di cittadinanza, ma nuove e vere politiche di inclusione attraverso anche e soprattutto un’idea differente di formazione e di politiche attive per il lavoro”.

Fabiano Amati è da tempo la voce critica della maggioranza. Anche lui assessore dell’era Vendola, ha fissato bene in testa al suo programma i temi cruciali: “Sono primarie, almeno per quanto mi riguarda – ha detto – di alcune proposte diverse rispetto ad Emiliano. Durante questi cinque anni ho fatto la battaglia sulle liste di attesa – ha ricordato – per difendere le persone in fila al Cup, dicendo che dobbiamo sospendere l’attività a pagamento se c’è disallineamento. E’ chiaro che se dovessi essere il presidente di questa Regione, sarebbe uno dei primi punti. Sulla xylella – ha concluso – io sono per la linea dura, bisogna svolgere le attività di contenimento, bisogna usare gli agrofarmaci contro il vettore”.

Il governatore Michele Emiliano, da par suo, pensa alla coalizione che, ora, pare unita dopo mesi di fibrillazioni interne: “Questa è l’unica coalizione che non ha sede legale a Milano, come la Lega o il Movimento 5 Stelle. L’importante – ha detto – è che la coalizione sia completamente riunita. E’ ovvio che mi fa piacere se anche una associazione come La Puglia in Più aderisce, ma Stefàno fa parte del Pd e immagino starà nel Pd. Italia Viva è la benvenuta, i renziani hanno tante responsabilità ma il tempo è galantuomo molte di queste responsabilità sono state rese evidenti”.

Leonardo Palmisano, invece, ha preferito attendere l’esito del ricorso presentato nelle scorse ore dopo la sua esclusione dalla competizione per aver consegnato le liste 40 minuti dopo il termine prefissato. Esito positivo. La commissione ha accolto le sue obiezioni ammettendolo alle primarie. “Da oggi parte una bella campagna per le primarie pugliesi – ha commentato dopo il responso -. Da domani inizieremo ad organizzarci per mettere a frutto il lavoro fatto. Siamo oltre i 10mila sostenitori”.

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