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Agguato ad Afendi, ecco la sequenza di fuoco ripresa dalle telecamere- Il video

CASARANO-Sono le 22.10 del 25 ottobre e in via Manzoni Antonio Afendi raggiunge a piedi la sua auto, una Golf. Le telecamere esterne installate presso il Supermercato Conad lì vicino riprendono tutta la sequenza, una sequenza di fuoco: il 28enne sale a bordo del veicolo e, quasi contemporaneamente, poco prima dell’incrocio con via Duca D’Aosta, si scorge un’autovettura Audi, modello berlina di colore nero, che dal lato sinistro della strada (probabilmente in sosta) supera l’incrocio e imbocca quel tratto di via Manzoni in direzione del Viale della Stazione e quindi della Golf. Non appena le auto sono affiancate, si nota un primo bagliore indicativo di un colpo d’arma da fuoco proveniente dall’interno del finestrino destro dell’Audi in direzione del lato guida Golf, poi alcuni istanti dopo, una raffica di uguale combustione e caratteristica.

Dopo il primo colpo, Afendi riesce a scendere dal mezzo aprendo lo sportello destro; si nasconde dietro la ruota anteriore sinistra fino al termine della raffica. Un momento di silenzio, mentre la polvere da sparo si eleva nell’aria: probabilmente, è stato scaricato l’intero caricatore e il 28enne coglie l’attimo per darsi alla fuga, risalendo via Manzoni in direzione via Duca D’Aosta. Nel frattempo, l’Audi avanza di poco e dalla stessa parte si nota un ulteriore bagliore in direzione della Golf, ugualmente indicativo di uno sparo, ma con una fiammata densa, tondeggiante e definita, differente dai colpi precedenti più rapidi e simili a scintille. Inoltre, in quest’ultimo sparo è possibile notare, sia pur in maniera poco nitida, la canna dell’arma che sporge qualche centimetro dal finestrino destro dell’Audi.

Il video diffuso alla stampa termina qui. Ma le telecamere continuano a riprendere: dopo un movimento incerto di marcia e frenata, l’Audi si arresta poco prima dell’incrocio col viale della Stazione; dal lato guida del veicolo scende un individuo travisato, vestito di scuro ed armato di fucile che inizialmente indugia qualche secondo guardando in direzione della Golf, per poi sporgersi nuovamente nel proprio veicolo come a rovistare. Successivamente, sempre imbracciando il fucile, si porta presso la Golf e, passando dal lato anteriore, raggiunge lo sportello destro rimasto aperto. Realizzato evidentemente il fallimento, ritorna in macchina e svolta a destra sul Viale della Stazione. Dopo il passaggio dell’Audi, Afendi viene nuovamente ripreso dalle telecamere mentre da via Duca D’Aosta ritorna su via Manzoni sui gradini dell’ingresso dell’abitazione da dove era uscito.

Dai primi rilievi tecnici effettuati dagli addetti alla rilievi del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Lecce operante sul luogo dei fatti e sulla vettura della vittima, è stato possibile risalire all’esplosione di almeno 10 colpi di fucile mitragliatore tipo Kalashnikov e almeno un colpo di fucile a munizionamento spezzato (pallettoni), che attingevano la parte anteriore sinistra del veicolo ed il montante dello sportello lato guida. In tutto, nonostante accurate e ripetute ricerche, venivano rinvenuti pochi bossoli cal.7.62×39, a fronte di molte più ogive.

Così Giuseppe Moscara, 24enne di Casarano già noto alle forze dell’ordine, avrebbe tentato di uccidere Antonio Afendi, ritenuto dagli inquirenti l’astro nascente del clan Potenza. Moscara è stato fermato nella serata di sabato, intorno alle 22, mentre usciva dalla sua abitazione. Un blitz fulmineo quello del Nucleo investigativo dei carabinieri, coordinato personalmente sul posto dallo stesso comandante Francesco Mandia: Moscara non si è reso neppure conto di quanto stesse accadendo. L’Arma ha fatto in fretta: concreto il pericolo di fuga, visto che, subito dopo l’agguato ad Afendi, Moscara si è reso irreperibile per due giorni e si è recato in Campania.

Per i pm che hanno condotto le indagini, Guglielmo Cataldi della Dda, i sostituti Maria Vallefuoco e Massimiliano Carducci, con il coordinamento del capo della Procura Leonardo Leone De Castris, non ci sono dubbi: il delitto è da inquadrare nella guerra tra le due frange criminali che si contendono il territorio di Casarano. Da un lato il gruppo facente capo a Tommaso Montedoro, divenuto collaboratore di giustizia dopo l’operazione Diarchia; dall’altro il clan Potenza, sopravvissuto all’omicidio del suo capo indiscusso, Augustino, ucciso tre anni fa. Dopo quel delitto, stando alla ricostruzione degli investigatori, il testimone sarebbe passato a Luigi Spennato, la cui forza, però, appena un mese dopo, sarebbe stata fiaccata in seguito all’agguato subito. Antonio Amin Afendi, che lo avrebbe affiancato in quella fase, sarebbe diventato a quel punto il nuovo dominus. “Non solo era amico di Potenza, di cui conserva amorevolmente l’immagine nella propria autovettura, ma, dopo la morte dello stesso, aveva anche preso il suo posto al fianco della vedova”, ha spiegato il comandante provinciale dell’Arma Paolo Dembech in conferenza stampa.

 

Tiziana Colluto

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