BARI – Due giorni ancora e poi, l’ultima tappa, sarà il contratto di solidarietà. I 45 giorni, un mese più una ulteriore proroga di 15, non hanno sortito l’effetto sperato dai vertici di Coop Alleanza 3.0. Gli esuberi negli Ipercoop di Lecce e Taranto sono ancora troppi. L’incentivo all’esodo offerto ai dipendenti ha portato a casa meno della metà dell’obiettivo fissato.
A luglio, quando l’azienda ha annunciato il licenziamento collettivo, gli esuberi erano in totale 129 e riguardavano oltre che Lecce e Taranto, anche Foggia.
Poi una prima contrattazione con i sindacati ha portato a ridimensionare il numero totale a 100. A Lecce, dunque, ci sono 30 persone più di quello che l’azienda può sostenere, a Taranto 26.
Per tutto il mese di agosto, e fino al 15 settembre, ai lavoratori è stato offerto un esodo anticipato: 40mila euro lordi al quarto livello full time, riparametrato in base ai livelli e agli orari. Più la Naspi per 24 mesi.
Ma all’appello hanno risposto solo in 11 a Lecce e 9 a Taranto. Allo stato attuale, dunque, ci sono ancora 19 dipendenti in più a Lecce e 17 a Taranto. I sindacati si sono opposti al licenziamento e, dunque, si è scelto di tentare la riduzione dei costi con l’attivazione del contratto di solidarietà per un anno. Si parte il 16 settembre e terminerà, se non dovesse accadere altro, il 15 settembre 2020.
Coop 3.0 ha spiegato i motivi della crisi: una sofferenza del mercato di riferimento, la crisi vissuta dagli ipermercati che, rispetto al passato, non vengono più preferiti a discount, superstore, supermercati, mercati e negozietti sotto casa. Oltre all’avanzata inarrestabile del commercio online.
Nonostante la riduzione delle perdite, l’Ipercoop in Puglia nei primi mesi del 2019 perde ancora l’8% del fatturato rispetto all’anno precedente. Lecce, è passato da un fatturato di 50milioni di euro del 2016, ad un fatturato di 45milioni nel 2018.