LECCE – Settelacquare e il suo potenziale dormiente: la storia infinita. È la sintesi di una mattinata trascorsa qui, in questo quartiere: terza tappa del nostro tour che punta a dar voce alla periferia leccese.
Settelacquare per residenti e commercianti è una fiaba irrisolta, una bella addormentata che da anni attende di essere risvegliata. Bella innanzitutto perchè ampia, tanto da poter rappresentare il vero motore economico del capoluogo. Peccato però che a frequentarla siano rimasti in pochi intimi. E questo perché “servirebbero più trasporti, una strategia di raccordo tra il centro e la periferia” spiegano. E ancora “più attrazioni, servizi che possano attirare gente”.
Mentre i nuovi 48 box in largo vittime del terrorismo sono ancora in attesa di essere utilizzati, dall’altra parte lo storico mercato continua la sua attività. Resiste, certo, ma con amarezza. “Ieri questo mercato, nato come location temporanea, ha compiuto 21 anni. Dal giorno della sua apertura ad oggi è rimasto intoccato. Oggi lavorare qui è impossibile: vige la desolazione. In inverno la pioggia si insinua all’interno della struttura, in estate l’effetto serra rende l’aria irrespirabile”.
Di fronte la desolazione, accanto un bar. Anche qui la clientela potrebbere essere molta di più, se solo ci fosse il modo di attirarla. C’è poi, in Via Aldo Moro il mercatino multietnico, che potrebbe essere un’isola felice ma, di fatto, è un’isola deserta.
Altri nodi da sciogliere in tutto il quartiere: la manutenzione del verde, nota dolente lamentata a più voci. E poi i servizi igienici: i bagni pubblici ci sono ma richiederebbero un’aggiustatina.
Insomma Settelacquare, potenzialmente, si specchia e si piace. Potenzialmente però. Di fatto, come tutte le belle addormentate, attende impaziente il risveglio: non un lieto fine ma un nuovo inizio.
E.Fio
