Cronaca

Opere abusive a Porto Badisco, per il Tar è legittimo lo stop al ristorante

PORTO BADISCO-  Lo stop al ristorante Approdo di Enea, imposto dal Comune di Otranto, è stato ritenuto legittimo dal Tar. La decisione dell’ente locale riguarda l’ordine di demolizione delle opere abusive e il ritiro delle autorizzazioni commerciali. La sentenza del Tar di ieri dà per buone le tesi dell’avvocato Antonio Quinto, legale dell’amministrazione comunale, rigettando il ricorso proposto dai proprietari dell’attività commerciale.

La vicenda aveva preso le mosse da una serie di interventi abusivi realizzati presso l’ “Approdo di Enea” che, nel tempo, avevano determinato una vera e propria trasformazione della struttura da semplice chiosco-ristoro di tipo precario a servizio della balneazione a ristorante di tipo fisso, tutti censurati dal Comune idruntino. Per la stessa vicenda è tuttora in corso innanzi al Tribunale di Lecce un procedimento penale che vede coinvolti il titolare dell’attività e i funzionari dell’Ufficio tecnico che hanno rilasciato negli anni, dal 2000 ad oggi, i certificati di agibilità stagionali sulla base delle opere effettivamente assentite. In quel procedimento, la sentenza è attesa per il prossimo novembre.
Nel frattempo, però, è stato contestato dall’Ufficio Tecnico Comunale ai ricorrenti come progressivamente il manufatto avesse assunto una configurazione diversa da quella autorizzata, con ampliamenti non consentiti del bar a ridosso del costone roccioso ed installazione di opere fisse (pavimentazioni in piastrelle, varie strutture in muratura, chiusure con infissi di spazi esterni). La proprietà – a seguito di un sequestro disposto dalla Procura della Repubblica di Lecce nell’ottobre scorso – aveva provveduto a rimuovere parte delle opere prive di titolo, ma aveva anche impugnato al T.A.R. Lecce l’ordinanza comunale concernente le ulteriori contestazioni incentrate sulla definitiva trasformazione della struttura rispetto a quanto autorizzato con il permesso di costruire del marzo del 2000 e della autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza.
In particolare, i ricorrenti sostenevano che il rilascio dei certificati di agibilità stagionali e le SCIA commerciali avessero legittimato nel tempo l’attuale conformazione del ristorante e la sostituzione dei materiali leggeri utilizzati in origine. “Appare significativa – spiega l’Avv. Antonio Quinto – la statuizione della Corte salentina secondo cui le caratteristiche tecniche delle opere assentite devono sempre essere conformi ai titoli edilizi rilasciati e ai presupposti pareri, non rilevando invece, le successive autorizzazioni di agibilità, prive di qualsivoglia funzione, per così dire, costitutiva”.

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