Cronaca

Ciclista precipitato dalla scogliera: non fu omicidio colposo

TORRE DELL’ORSO- Fece un tragico volo giù per la scogliera. 12 metri a picco sul meraviglioso mare delle Due Sorelle, a Torre dell’Orso. Morì così Walter Neve Ventura, 32enne di Paola, in provincia di Cosenza. Per il giovane non ci fu scampo. Per il drammatico incidente, avvenuto la mattina del 3 settembre 2017, furono iscritti sul registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo, il sindaco di Melendugno Marco Potì, il comandante della Polizia Muncipale Antonio Nahi e il responsabile dell’ Ufficio Tecnico Comunale Salvatore Petrachi.

Ora il giudice per le indagini preliminari Carlo Cazzella ha sciolto la riserva e ha archiviato il caso. La Procura di Lecce, nella persona della pm Maria Rosaria Micucci, aveva chiesto l’archivizione. Una decisione alla luce della perizia dell’ingegnere Lelly Napoli incaricata di esaminare i luoghi dell’incidente e ricostruire la dinamica, oltre che verificare se ci fossero cartelli per il divieto di transito, così come stabilito da un’ordinanza.

La famiglia della vittima si oppose all’archiviazione, ma il giudice oggi scrive: “Il consulente tecnico incaricato dal Pubblico Ministero ha accertato con grande scrupolo sia lo stato dei luoghi sia la dinamica del sinistro, rilevando in primo luogo come il giovane cicloamatore fosse precipitato lungo la scogliera alta e impervia in un punto che ictu oculi (a prima vista, a colpo d’occhio) appariva assai pericoloso nel percorrere in bicicletta un sentiero ristretto, sconnesso e molto accidentato e, in secondo luogo, come la vittima fosse giunta in quel punto dopo aver imboccato il viottolo nonostante la presenza di due cartelli del Comune di Melendugno, il primo concernente il divieto di transito, sosta e campeggio lungo il costone roccioso, il secondo che comunque imponeva a caratteri cubitali la necessità di prestare attenzione per il pericolo di sfaldamento della falesia e di cedimento strutturale della fascia costiera. Si trattava infatti di un percorso naturale non incluso fra le piste ciclabili della zona”. Secondo il gip, il ciclista era in grado di accorgersi della vicinanza del dirupo ben prima di giungere nel punto critico e dunque nessun addebito potrebbe essere mosso ai tre indagati. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Riccardo Giannuzzi, Giuseppe Corleto e Roberto Rella.

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