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Maglie, la lottizzazione delle “Franite” approda in Procura

MAGLIE- Con un articolato esposto, la lottizzazione della storica contrada Franite di Maglie sbarca in Procura: 19 cittadini, membri del Coordinamento per la Tutela del Territorio Magliese, chiedono agli inquirenti di verificare se ci sono i presupposti per configurare il reato di lottizzazione abusiva cartolare. “Le opere continuano ad insistere su numerose emergenze territoriali. I nuovi elaborati progettuali non contengono alcuna indicazione dei necessari interventi di salvaguardia, valorizzazione e conservazione”, ha scritto l’avvocato Francesco Calabro, che rappresenta il Coordinamento.

È una lunga storia, quella delle Franite, uno dei luoghi più noti di Maglie, con il suo lungo e inconfondibile viale di storici pini, all’ingresso della città dalla via di Muro. Il 6 febbraio 2013, il Consiglio Comunale di Maglie ha adottato il piano di lottizzazione convenzionata proposto dai proprietari, per la costruzione di villette a schiera proprio a pochi metri da quel viale e dal menhir Crocemuzza. Essendo area tutelata dal Piano Urbanistico Territoriale Tematico «Paesaggio», è stata necessaria l’acquisizione del parere paesaggistico di competenza della Giunta Regionale che, nel giugno 2014, ha espresso parere favorevole con numerose prescrizioni, ritenendo che le trasformazioni proposte avrebbero comportato «significative modificazioni dell’attuale contesto paesaggistico», incidendo in maniera profonda sugli «assetti» e sulla «percezione visiva» dei luoghi interessati. Al Comune di Maglie spettava il compito di verificare l’ottemperanza di quelle prescrizioni in sede di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica: dalla modifica degli assi viari allo stralcio di un intero blocco di abitazioni, dalla localizzazione altrove delle attrezzature pubbliche all’estensione delle aree verdi e così via.

Si è giunti ad un esposto in Procura dopo aver già sollevato la questione sia in seno al Consiglio comunale che in seno a quello regionale. I cittadini denuncianti puntano il dito sulla procedura adottata: gli stessi lottizzanti – è quanto sostengono – invece di adeguare il progetto alle prescrizioni imposte avrebbero concordato con gli uffici regionali come superarle. Il Comune di Maglie, a quel punto, avrebbe considerato ottemperate le prescrizioni senza compiere – ed è anche questo che si chiede alla magistratura di accertare – le verifiche necessarie in sede di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica.

Dopo il tam tam, nel luglio 2017, il Comune ha interpellato nuovamente la Regione che ha affermato che sono di esclusiva competenza comunale gli accertamenti sulla conformità. Quindi, è stata avviato una conferenza di servizi per la verifica dell’assoggettabilità del piano di lottizzazione a valutazione ambientale strategica. Ecco perché, in questa fase, il Coordinamento per la tutela del territorio magliese chiede il “fermi tutti”, interessando la Procura: “Prima che il procedimento progredisca attraverso passaggi irreversibili – spiega – occorre garantire in ogni modo che i vincoli e le prescrizioni contenuti nella delibera di giunta regionale del 2014 siano effettivamente rispettati”. Perché, “contrariamente a quanto imposto” con quell’atto, non sono stati stralciati alcuni assi viari e non sarebbero stati adottati degli accorgimenti che possano meglio tutelare la storicità del luogo. Alla magistratura, ora, l’ultima parola.

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