SQUINZANO- La Procura ha chiuso le indagini nei confronti del collaboratore scolastico 58enne di Squinzano accusato di violenza sessuale su una studentessa della scuola superiore presso la quale lavorava. Secondo l’accusa l’uomo, difeso dall’avvocato Paolo Spalluto, approfittando del rapporto di conoscenza con la ragazza minorenne, e della propria superiore prestanza fisica e psichica, la costringeva a subire atti sessuali. Un episodio in particolare viene contestato: una mattina di gennaio del 2018 il 58enne avrebbe spinto la ragazza nell’ascensore della scuola, schiacciato il tasto del piano interrato, dove si trova il deposito di vecchi banchi e lavagne rotte, e, una volta raggiunto il sotterraneo, avrebbe tentato di avere un contatto fisico, di toccarla nelle parti intime, di baciarla. Gli abusi si sarebbero fermati a questo solo perché la ragazza lo avrebbe respinto con fermezza accovacciandosi sulle gambe. Mentre poi risalivano l’uomo l’avrebbe nuovamente importunata toccandola sempre nelle parti intime. L’indagine sul bidello è scattata qualche mese più tardi, alla luce di un episodio che lo ha riguardato. Mentre camminava in bicicletta per le strade di Squinzano, il 58enne fu tamponato da un’auto, fatto cadere e picchiato violentemente dall’uomo alla guida. I carabinieri collegarono gli episodi. L’aggressore, che fu anche arrestato, era il padre della ragazza molestata desideroso di dare una lezione al 58enne. Le indagini sul bidello si sono ora chiuse, ma non è escluso che possano esserci nuovi sviluppi che riguardano l’ambito scolastico e le persone che avrebbero dovuto vigilare, già ascoltate dai carabinieri. Parallelamente il pm procede anche sull’aggressione commessa dal padre della ragazza, che, quel giorno, aveva picchiato il bidello con un bastone procurandogli lesioni gravissime. Il legale chiederà quindi la riunione dei due processi.
M.C.
