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Cloro sporco per rifornire Aqp: 2 arresti

SALENTO- L’acqua dei nostri rubinetti è sempre stata sicura, ma la presunta fornitura di cloro sporco ad Acquedotto Pugliese scatena la tempesta che porta a due arresti e alla richiesta di interdizione di quattro funzionari della società della Regione. A finire ai domiciliari, su richiesta dei pm Giorgio Lino Bruno e Claudio Pinto della Procura di Bari, sono l’amministratore della società Chimica D’Agostino, Donato D’Agostino, e il responsabile del laboratorio interno, Francesco L’Oliva. L’azienda, per almeno quattro anni, si è aggiudicata appalti per le forniture sbaragliando la concorrenza. Secondo gli inquirenti, lo avrebbe fatto grazie all’aiuto di funzionari compiacenti. Avrebbe poi venduto un solvente diverso da quello previsto dalla norma. Secondo il gip Giovanni Abbattista, che ha firmato le ordinanze di arresto, i reati sono di frode nelle pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti aggravata e truffa continuata ai danni di Acquedotto pugliese, che è parte lesa.

Per i quattro funzionari di Aqp, membri delle commissioni aggiudicatrici delle due gare incriminate, la Procura ha chiesto la misura dell’interdizione dall’esercizio delle pubbliche funzioni ma il gip si è riservato di decidere dopo l’interrogatorio a cui i funzionari saranno sottoposti nei prossimi giorni.

L’acqua, fortunatamente, è rimasta sempre potabile: dopo l’immissione di ipoclorito di sodio non a norma da parte della Chimica D’Agostino, venivano effettuate altre immissioni. Lo hanno confermato le varie analisi effettuate anche tramite l’ausilio dell’Istituto superiore di sanità. È stato il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Finanza di Bari a eseguire le indagini, partite dalla denuncia di un concorrente, la Chimpex Industriale di Caivano, che ha evidenziato come le altre ditte in gara fossero sistematicamente escluse con presunti artifizi.

Il giudice ha disposto anche il sequestro preventivo di 1 milione 131mila euro nei confronti di Donato D’Agostino e della sua società (indagata in virtù della presunta responsabilità amministrativa) . La somma sequestrata è pari all’ingiusto profitto ipotizzato. 

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