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Trivelle, il territorio si ricompatta: NoTriv chiudono porta a Di Maio

SALENTO- Il territorio prova a rafforzare la sua strategia contro quello che non è più un rischio, ma la certezza dell’avvio delle ricerche di petrolio al largo di Leuca. La Provincia di Lecce convocherà a giorni i sindaci leccesi, in base anche al coordinamento che la Regione intende assumere sulla questione. Si ricompatta il fronte, insomma, e c’è da capire quale è la strada da imboccare. Scontata, e già annunciata, la via giudiziaria, con un ricorso che sarà presentato al Tar dalla Regione e che molto probabilmente sarà sostenuto dai Comuni. Palazzo dei Celestini valuta se ci sono le condizioni per presentarne uno suo. Ma ad ogni modo, è chiaro che non basterà questo fronte: finora, tutti i ricorsi sono stati bocciati sulla base del principio per cui si tratterebbe di decisioni discrezionali che fanno capo ai Ministeri e che i giudici amministrativi ritengono di non poter sindacare.

Come strutturare una battaglia politica è l’altro punto al momento in sospeso. Il M5s difende la linea, a tutti i livelli: le tre autorizzazioni alla Global Med, rilasciate il 7 dicembre scorso, sono il frutto inevitabile delle Valutazioni di impatto ambientale positive rilasciate nel 2017, quando al governo c’era il Pd. Angelo Bonelli, dei Verdi, colui che ha sollevato il caso, ha rimarcato il fatto che non si sia tenuto conto del parere contrario della Regione. Da Bari, Emiliano ha rilanciato: il governo può revocare in autotutela quelle autorizzazioni. Il movimento NoTriv, intanto, sbatte la porta in faccia al ministro Luigi Di Maio, titolare del dicastero che ha formalmente dato l’ok, e al ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Avevano invitato gli attivisti ad un incontro. La risposta è stata chiara: no, grazie.

La Coalizione No-Triv ha fatto presente che «ha stupito che lo stesso Governo che ha schierato i propri partiti in favore dello svolgimento di un referendum sul tema, abbia oggi concesso questi titoli. E’ seguita, peraltro, una ridda di dichiarazioni, alcune delle quali, a nostro avviso, anche improvvide e ingenerose rispetto all’impegno degli attivisti, in considerazione dell’ufficialità e della concretezza delle decisioni governative. Ci sono stati inoltre annunci di provvedimenti volti a fermare altre istanze. Ovviamente a noi interessa principalmente l’unico fatto per ora certo, sicuramente molto grave: il rilascio dei titoli. Allo stesso tempo, però, tutto il contesto in cui ciò sta avvenendo non fa che peggiorare il “clima” di confusione attorno alla discussione su temi anche tecnicamente complessi».

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