Attualità

Febbre da gioco, i Comuni più colpiti dall’azzardo

SALENTO- La febbre da gioco costa carissima al Salento, anche e soprattutto nei periodi di festa. Costa, ad esempio, una perdita secca di 300 milioni di euro solo in un anno, il 2017, e solo nei tre capoluoghi di provincia, dove sono spesi ben 590 milioni di euro a fronte di vincite che non superano i 290 milioni.

E’ Taranto la città, tra le tre, in cui nel complesso sono stati bruciati più soldi nell’azzardo, 269,14 milioni (ne sono stati vinti 201), ma la platea è più allargata e non spende oltre 1357 euro a testa, poco al di sopra della media della provincia ionica, pari a 1197 euro. A Lecce, invece, l’impatto è molto più drammatico sui singoli e sulle famiglie: a fronte di 216 milioni di euro giocati (168 milioni quelli vinti), ogni leccese spende pro capite moltissimo, ben 2268 euro all’anno. La città, non a caso è tra le prime 20 italiane, con popolazione compresa tra i 50mila e i 200mila abitanti, ad avere le mani bucate, con una spesa pro capite che doppia anche la media provinciale, pari a 1082 euro a testa.

La città di Brindisi gioca di meno: 106 milioni di euro nel totale lo scorso anno (vincite per 79,58 mln) e un’esposizione pari a 1213 euro ciascuno. Qui la media provinciale di 1178,19 euro è superata in grandi centri come Mesagne (1344 euro pro capite e 36milioni nel complesso) e Francavilla Fontana (1371 euro pro capite giocati e 49,86 nel complesso).

Il database dell’azzardo fornisce il quadro di tutti i comuni d’Italia ed il frutto di un’inchiesta del Visual Lab del Gruppo Gedi che ha elaborato i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

È così che si scopre, come detto, la posizione ricoperta dalla città di Lecce che raggiunge e supera i livelli di giocate di molte realtà del nord. Ma vengono a galla anche interessanti differenze territoriali. A farla da padrona, ad esempio, nella città barocca sono le videolottery, dove sono stati bruciati nel 2017 ben 85 milioni di euro: sono slot presenti in locali dedicati e – poiché accettano anche banconote – consentono giocate e vincite più alte rispetto alle più tradizionali “new slot”, che invece accettano solo monete e possono essere installate anche in bar e tabaccherie. Questi ultimi apparecchi trainano invece la spesa di Brindisi (39 milioni ) e Taranto (67,78). Alle slot si affiancano poi i Gratta e Vinci, il lotto, la quota fissa, il Bingo.

Anche nella provincia di Lecce emerge un quadro che richiede attenzione: tra i centri più grandi, Maglie è quello con la spesa pro capite più alta, pari a 1930 euro all’anno (il reddito pro capite è pari a 17.790), seguito da Casarano, dove si spendono 1863 euro a testa, a fronte, tuttavia, di un reddito pro capite molto più povero, perché si guadagnano 4mila euro in meno in un anno. Terzo posto a Nardò (1771 euro), che però, dopo Lecce, registra la spesa complessiva più alta, 55 milioni di euro. A bruciare i propri guadagni nell’azzardo, poi, sono, a scalare, i cittadini di Gallipoli (1437 euro a testa), Tricase (1275), Cavallino (1273), Copertino (1263), Galatina (891 euro).

Articoli correlati

“Gridare il silenzio” per far sentire la propria voce

Redazione

Gallipoli: 100 nuovi parcheggi, ma la barra non si tocca

Redazione

Unisalento, un gruppo di studenti vincono la prima edizione del “Know Hub”

Redazione

A San Valentino, torna il camper “Questo non è amore”

Redazione

Accoglienza profughi ucraini, accordi con i Comuni: oneri a carico dello Stato

Redazione

Federazione Italiana della Caccia, Giovanni Ciccarese confermato presidente provinciale

Redazione