MELENDUGNO- Tap può riprendere in qualsiasi momento la costruzione del gasdotto nel cantiere di San Basilio. E questo perché viene meno il paravento che finora lo ha impedito, vale a dire l’ordinanza del sindaco di Melendugno Marco Potì che ha vietato il prelievo dell’acqua dei pozzi della zona e altre attività nelle vicinanze. Il 27 novembre, infatti, ha perso efficacia il suo provvedimento con cui a ottobre aveva reiterato il precedente di luglio, lo stop dopo che le analisi Arpa hanno certificato sforamenti in falda di sostanze inquinanti, tra cui il cromo esavalente.
Le nuove analisi Arpa, che al momento sono solo parziali, hanno detto che i valori sono rientrati. Dunque, per il sindaco nessuna possibilità di reiterare l’ordinanza, di cui sono venuti meno i presupposti. È questo il motivo per cui il Tar Lazio, in mattinata, ha anche dichiarato improcedibile il ricorso con cui Tap ha chiesto la sospensione del provvedimento del sindaco.
Da Melendugno, però, non si demorde: nelle scorse ore, Potì ha scritto ad Arpa e Procura, per chiedere di verificare se è opportuno far riprendere i lavori. E ha scritto anche alla Provincia di Lecce, per chiedere di riattivare con urgenza il tavolo tecnico per il controllo delle acque di falda. Questo perché ad oggi il monitoraggio Arpa non è completo: mancano i dati sul cemento impiegato per la costruzione del pozzo di spinta del microtunnel. Le analisi sono in corso presso dei laboratori di Arpa Umbria.
“Inoltre – spiega Potì – gli sforamenti precedenti non sono dovuti a terra o rocce, non sono insiti e sito-specifici, per cui si presume, a mio parere, la correlazione con il cantiere”. Non è nei poteri di un sindaco fermare nuovamente i lavori. Ecco perché si fa appello ad Arpa e Procura.
Domani, intanto, è prevista una grande manifestazione di protesta di associazioni e attivisti.