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Compostaggio nella zona industriale, Metapulia ripresenta il progetto

LECCE- Lo aveva annunciato nell’estate di un anno fa, dopo la bocciatura del primo progetto: ci avrebbe riprovato. Ora la società Metapulia torna sui nastri di partenza: entro dicembre riavvierà l’iter per autorizzativo per un impianto di compostaggio di rifiuti nella zona industriale Lecce-Surbo, per una capacità da 55mila tonnellate di frazione organica tramite tecnologia anaerobica.  Nel giugno 2017, il progetto era stato congelato per un vizio di forma: mancava un passaggio tecnico presso l’Asi per l’assegnazione del sito. Ora il lotto è stato acquistato ed è ubicato poco più in là rispetto al precedente, contiguo ai capannoni della Lasim, sul versante surbino dell’area industriale.

Partner tecnico del progetto è Sebigas, società del Gruppo Maccaferri di Bologna, che fornirà la tecnologia e sarà il progettista dell’impianto, che attraverso la “digestione” degli scarti umidi della differenziata arriverà a produrre, stando alle stime aziendali, 3,5 milioni SMC/anno di biometano e 14.000 tonnellate/anno di compost di qualità per i terreni agricoli.  Sulla tecnologia impiegata, visto che si tratta di impianto anaerobico, in provincia di Lecce si è già scatenato un acceso dibattito, che ha portato, da ultimo, il Comune di Soleto a ritirare la sua candidatura presentata alla Regione per ospitare un impianto pubblico di questo tipo.

Per Metapulia, però, sarà questo a conferire “il profilo di maggiore innovazione, sostenibilità e incisività, perché tutto il processo si svolge in assenza di ossigeno, all’interno di strutture sigillate e dotate sul tetto di biofiltri. Ne consegue che l’impatto odorigeno verso l’esterno sarà del tutto impercettibile, che la presenza di patogeni sarà ridotta drasticamente e che compost e biometano prodotti saranno di qualità superiore”.

Il progetto che arriverà agli enti competenti stima ancora che “saranno circa 5 i camion che ogni giorno, attraverso la rete di viabilità extra-urbana, porteranno il materiale” e che così “i rifiuti prodotti e differenziati in provincia di Lecce saranno trattati sul posto”, con un risparmio annuale sulle tariffe, calcolato dalla stessa azienda, di circa 5/6 milioni di euro. Dopo l’avvio dell’iter autorizzativo, che in passato ha incontrato non poche resistenze, la società intende organizzare “un ciclo di assemblee e incontri con la comunità, al fine di approfondire e chiarire il più possibile gli aspetti del progetto”. Digestione anaerobica: è questa la tecnologia che conferisce all’impianto il profilo di maggiore innovazione, sostenibilità e incisività. Tutto il processo si svolge in assenza di ossigeno, all’interno di strutture sigillate e dotate sul tetto di biofiltri. Ne consegue che l’impatto odorigeno verso l’esterno sarà del tutto impercettibile, che la presenza di patogeni sarà ridotta drasticamente e che compost e biometano prodotti saranno di qualità superiore.

Negli ultimi tempi in Europa si stanno sviluppando azioni atte a considerare ottimale l’integrazione dei processi anaerobici (la digestione anaerobica) con quelli aerobici (il compostaggio) soprattutto nel caso di co-digestione di frazione organica di rifiuti urbani e agroindustriali. La simultanea produzione di energia (biometano e cogenerazione nella fase anaerobica) e di “materia” (mediante il compostaggio e la produzione di ammendante) rappresenta ad oggi la sintesi di un’efficienza tecnologica che vede come obiettivo l’integrazione dei due sistemi. Saranno circa 5 i camion che ogni giorno, attraverso la rete di viabilità extra-urbana, porteranno il materiale che, dopo la pesatura, verrà immagazzinato in un serbatoio da interro dotato sul tetto di un biofiltro e mandato subito dopo alle macchine per il lavaggio, sminuzzamento e spremitura, preparandolo così per essere immesso nel circuito anaerobico.

Le quantità: grazie all’impianto MetApulia, i rifiuti prodotti e differenziati in provincia di Lecce saranno trattati sul posto. Questo implicherà benefici per il territorio, eliminando i costi ambientali ed economici legati allo smaltimento in discarica, ai maggiori costi per il trasporto su gomma fuori provincia e regione, verso siti di trattamento italiani ed europei.  o L’impianto recupererà 55 mila tonnellate di FORSU (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) o Verranno prodotti rispettivamente 3,5 milioni SMC/anno di biometano e 14.000 tonnellate/anno di compost di qualità. L’impianto, a regime, impiegherà circa 15 persone in forma continuativa e stabile, ma ancor più importante sarà l’incidenza sull’indotto durante il periodo di costruzione, in cui verranno coinvolte il più possibile, aziende locali, oltre alle ricadute economiche dirette per Lecce, legate alla convenzione che la Società proporrà ai municipi interessati a conferire i propri rifiuti all’impianto.

Vantaggi per la popolazione: L’impianto si colloca in un territorio privo di alternative allo smaltimento dei rifiuti in discarica. Amplierà la concorrenza e rappresenterà un’alternativa rispettosa dell’ambiente e della popolazione, a tariffe largamente inferiori rispetto agli attuali. Oltre alla garanzia di rispetto della salute e per la natura stessa dell’impianto privo di emissioni nocive, l’impianto garantirà un risparmio netto nei bilanci delle amministrazioni locali, che potranno liberare poste a favore di progetti a maggiore impatto sul territorio (manutenzione stradale, assistenza alle fasce più deboli) e all’abbattimento del carico fiscale legato alla tassa sui rifiuti. Il risparmio annuale per i comuni del territorio, stimato sulla base delle attuali tariffe di smaltimento e trasporto, arriva a toccare € 5/6 milioni.

Criticità e impatti sul territorio circostante: l’impianto tratta solo ed unicamente la frazione umida della raccolta differenziata (umido proveniente da utenze domestiche, scarti mercatali), non prevede combustioni di rifiuti e rappresenta una soluzione priva di criticità o possibili emissioni inquinanti. L’esposizione olfattiva durante tutte le fasi del processo, così come provato dalle analisi di impatto condotte dalla Società con il coinvolgimento di un ente certificatore spin-off dell’Università di Bari, (espressa come 98° percentile su base globale delle concentrazioni orarie di picco di odore) per tutti i recettori, comprensivi quelli localizzati nella stessa zona industriale, è conforme ai criteri di accettabilità indicati nelle “Linee guida per caratterizzazione, l’analisi e l’autorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad alto impatto odorigeno”, DGR IX/3018, 15/02/2012, emanate dalla Regione Lombardia.

L’iter autorizzativo verrà avviato presso le autorità competenti entro dicembre. Nel frattempo, MetApulia si mostra intenzionata e disponibile ad avviare un percorso di dialogo con il territorio. Percorso, questo, modulato su un ciclo di assemblee e incontri con la comunità, al fine di approfondire e chiarire il più possibile gli aspetti del progetto

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