Cronaca

Case popolari, Monosi e Gorgoni in Cassazione

LECCE- Tutti ai domiciliari, secondo il Tribunale del Riesame che ha rigettato in blocco, le istanze presentate dagli avvocati difensori dei principali indagati nell’inchiesta sulle Case popolari. Niente libertà, né attenuazione della misura cautelare alla quale sono sottoposti dal 7 settembre scorso.  Ma la difesa non si arrende e decide di presentare ricorso in cassazione contro il rigetto del tribunale delle libertà. Ancora 10 giorni di tempo quindi e gli avvocati Riccardo Giannuzzi e Luigi Covella per Attilio Monosi e per Antonio Torricelli, Giuseppe Corleto per Luca Pasqualini e Almilcare Tana per Pasquale Gorgoni, faranno ricorso in Cassazione per chiedere, nuovamente, la libertà per i loro assistiti.

I giudici del tribunale del riesame, che hanno esaminato le loro posizioni singolarmente, hanno mantenuto, per tutti, l’impianto accusatorio dell’ordinanza emessa dal gip Giovanni Gallo sulla base delle indagini dei pm Roberta Licci e Massimiliano Carducci. Nei giorni scorsi si sono espressi depositando anche le motivazioni delle loro scelte: tutti restano ai domiciliari perché, fondamentalmente, sussiste il pericolo di inquinamento probatorio e reiterazione del reato, nonostante non siano più in carica.  Ad Attilio Monosi i giudici hanno riconosciuto il ruolo di capo e promotore dell’associazione che è stata confermata, ideatore, sin dall’inizio del suo mandato, delle iniziative strumentali a dare “veste legale” al sistema dell’illecita gestione degli alloggi parcheggio di proprietà comunale e ribadito quindi quanto già scritto nell’ordinanza del gip. Lo stesso per Pasqualini, a cui i giudici hanno riconosciuto un ruolo verticistico nell’organizzazione finalizzata ad ottenere un tornaconto elettorale. Ruolo di organizzatore della stessa associazione invece quello riconosciuto a pasquale gorgoni, anche lui rimasto ai domiciliari, contestato dalla difesa perché l’ex dirigente del settore ufficio casa, non avendo un ruolo politico, non avrebbe avuto motivo di procacciare voti. Gorgoni inoltre è l’unico ad essere già stato detenuto, anche in carcere, per un anno e mezzo, arrestato nella vicenda antiracket da cui buona parte dell’indagine case popolari è partita.  Per Torricelli si attendono ancora le motivazioni dei giudici, ma anche per lui la difesa, insieme a quella di Pasqualini, valuta la possibilità del ricorso in cassazione.

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