Cronaca

Case e voti, D’Autilia: “Mai conosciuto il fratello del boss Briganti”

LECCE-La casa al fratello del boss? “Non sapevo chi fosse. Non l’ ho mai conosciuto. Ho agito nel bene nel rispetto del ruolo che avevo e nel rispetto dei cittadini in difficoltà. Quando lo faccio non chiedo i gradi di parentela con eventuali pregiudicati”. Damiano D’Autilia, ex consigliere comunale che si dice pronto a chiarire tutto nelle sedi competenti, si tira fuori da un coinvolgimento diretto e interessato della sua persona nell’assegnazione di una casa al fratello del boss Pasquale Briganti. “Stiamo parlando- dice D’Autilia, di una famiglia disperata con una disabile e rimasta senza una casa. Per loro è stata attivata anche una raccolta di vestiti”.

Dello stesso tenore le parole del senatore Roberto Marti che smentisce categoricamente qualsiasi tipo di pressioni ma che sceglie di non commentare le dichiarazioni di Attilio Monosi rilasciate in un interrogatorio fiume davanti ai magistrati inquirenti e che, in questi giorni, scuotono gli ex vertici di Palazzo Carafa. Per l’episodio contestato, ovvero la ricerca di un alloggio per la famiglia Briganti, Monosi ha tirato in ballo D’Autila ma anche il senatore Marti. Sarebbero stati loro a sollecitare il suo intervento per trovare una soluzione dopo l’incendio della casa in campagna dove i due abitavano. “Sollecitazioni” avvenute telefonicamente seguite ad incontri con D’Autilia finalizzati alla ricerca di un alloggio. Anche l’ex sindaco Paolo Perrone è stato coinvolto nella vicenda.

“Una procedura che- sostiene Monosi rispondendo alle domande dei giudici- non fu regolare perché in effetti non vi erano strade che consentissero l’assegnazione di un alloggio a questa famiglia”, ma i cui tentativi per fornirgliela erano conosciuti da Perrone in primis, perché -dice l’ex assessore alla Casa ristretto ai domiciliari- “Il sindaco Perrone essendo il capo dell’amministrazione era a conoscenza di ogni cosa si faceva e io lo informavo puntualmente”. Perrone, rimasto fuori dall’inchiesta sulla prima tranche delle case popolari, è indagato nell’inchiesta bis della procura nata come secondo filone d’indagine e non ancora conclusa. Anche Perrone sceglie per ora la strada del silenzio.

 

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