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Mettersi negli occhi degli altri: una sfida persa. Lecce non è una città per ciechi

LECCE – Nei punti nevralgici della città non ci sono e se ci sono non funzionano. Lì dove sono perfettamente funzionanti non risultano provvisti dei cosidetti percorsi tattili previsti dalla Legge: dunque risultano quasi del tutto inutili. Quello che sembrerebbe un rompicapo altro non è che la fotografia di una Lecce non per tutti, o almeno certamente non per i ciechi.

I semafori sonori per non vedenti nelle zone della città ad alta densità di traffico, lungo le arterie principali sono del tutto assenti. Se ci sono non funzionano.

Noi siamo andati a toccare con mano la situazione: lo abbiamo fatto partendo dalla centralissima Via Trinchese. Dei due semafori che si incontrano lungo la strada uno non funziona, l’altro emette un suono sordo ed è evidentemente rotto.

E poi ancora proseguiamo fino all’incrocio tra la circonvallazione e via Po, nei pressi del Rione Santa Rosa: premiamo il pulsante, scatta il verde ma nulla di fatto.

Ci riproviamo più in là, sempre sulla circonvallazione, all’incrocio con Via Vecchia Frigole: qui non solo il semaforo non è per ipovedenti ma il pulsante è completamente assente.

Non va meglio all’incrocio con Via San Domenico Savio: il traffico viaggia spedito e il semaforo per non vedenti? non c’è.

Imperterriti ci spostiamo lungo il Viale dell’Università: qui i semafori sono dotati solo del dispositivo di prenotazione del normale attraversamento pedonale, nulla a che vedere con quello sonoro per non vedenti. Dunque nulla di fatto per studenti, docenti, impiegati UniSalento affetti da cecità. Così come per tutti coloro che lavorano in questa zona centrale, qui dove il primo semaforo è per giunta perennemente lampeggiante.

Le eccezioni, seppur rare, ci sono ma “a metà”. Basti pensare ai semafori nei pressi di Porta San Biagio: il dispositivo sonoro per ciechi c’è e funziona. Ma gli indicatori tattili? Quelli no. Dunque impossibile per un non vedente muoversi da solo: senza questi indicatori rialzati sul marciapiede non sarebbe in grado di comprendere quale tragitto fare, orientandosi con il bastone e nella consapevolezza di essere in prossimità di un incrocio, dunque di un semaforo.

E allora sarebbe il caso di dire che i veri ciechi, in questi casi, siamo noi.

E.Fio

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