Cronaca

Crac La Velialpol: “è bancarotta”. 3 arresti e sequestro da 10 milioni

VEGLIE- Il crac de La Velialpol, istituto di vigilanza tra i più noti in provincia di Lecce, costa tre arresti e il sequestro dell’intero compendio aziendale per 10 milioni di euro. Bancarotta fraudolenta per distrazione e documentale è l’accusa che ha portato ai domiciliari i fratelli Piero e Giovanni Palma, di 58 e 62 anni, rispettivamente amministratore di diritto e di fatto della società, oltre al loro commercialista, Pasquale Pino, di 68 anni, nativo di Santa Cesarea Terme.

Il fallimento è stato dichiarato dal Tribunale di Lecce due anni fa. Ma ha destato da subito sospetti, quelli che poi avrebbero trovato riscontro nelle indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza con il coordinamento del pm Valeria Farina Valaori.

È stato il curatore fallimentare a inoltrare la segnalazione al magistrato: rilevanti alcune anomalie, come beni che mancavano all’appello. Per le Fiamme Gialle trovare il bandolo della matassa non è stato complicato: il Nucleo di Polizia economico-finanziaria, diretto dal colonnello Nicola De Santis, aveva già svolto un’indagine simile. Analoghe, secondo gli investigatori, le condotte fraudolente: la situazione si è prospettata sin dalle prime battute come la fotocopia della precedente.

I fratelli Palma, infatti, era già stati denunciati e da poco condannati in primo grado, sempre per bancarotta, in seguito al fallimento della prima società, Velialpol, dopo la “morte” della quale avevano proseguito l’attività con un’altra azienda, chiamata La Velialpol. Anche stavolta, poco prima del crac, avevano costituito una ulteriore società, denominata Ggs srl, intestata a un presunto prestanome, un ex dipendente. A questa avrebbero poi trasferito tutti i contratti di vigilanza già in essere con i clienti e l’intero compendio aziendale costituito da autovetture e beni immobili.

Gli approfondimenti hanno portato a scavare a fondo: dall’analisi della documentazione aziendale è emerso, sempre secondo la ricostruzione della Finanza, che i due fratelli avrebbero posto in essere artifici contabili ben precisi, con l’obiettivo di mettere al sicuro per sé un qualcosa come oltre 10 milioni di euro, lasciando andare il resto dell’azienda alla deriva. Lo avrebbero fatto avvalendosi della partecipazione attiva del loro commercialista, distraendo rilevanti poste attive anche attraverso l’occultamento di parte delle scritture contabili, in modo tale da rendere difficoltosa la ricostruzione degli accadimenti e degli affari della società.

Il “buco” è dovuto per circa 4 milioni di euro al mancato accantonamento di somme di denaro per il Tfr per i dipendenti (150 circa ora, 300 in passato), mentre i restanti 6 milioni attengono a ritenute previdenziali e imposte non versate né accumulate. Nelle casse aziendali, infatti, non pare esserci traccia di quelle somme.

“Prove inconfutabili” quelle emerse dalle indagini, scrive la Finanza, e sulla base della quali il gip Simona Panzera ha accolto la richiesta di custodia cautelare ai domiciliari avanzata dal pm.

LA PRECISAZIONE DELL’ATTUALE PROPRIETA’

Gerardo Gerardi, legale rappresentante ed amministratore unico della Ggs srl, in merito agli articoli pubblicati su alcuni quotidiani di stampa in relazione all’arresto dei fratelli Palma Giovanni e Palma Piero nonché del Sig. Pasquale Pino dichiara che “La Ggs srl è una società avulsa da ogni rapporto imprenditoriale con le società coinvolte nell’indagine della finanza. La Ggs srl ha acquistato dal Tribunale, Sez. Fallimentare, l’azienda IVIP srl con atto notarile del 23.10.2017 ed è divenuta operativa dal 01.03.2018, acquistandone anche il marchio “La Velialpol. Si intende, dunque, rassicurare tutta la clientela che la Ggs srl continuerà a garantita in maniera professionale e scrupolosa tutti i servizi in essere”.

 

 

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