Cronaca

Furti a catena nelle case al mare, sgominata la banda di “Alì Baba’”

TAVIANO- Si chiama Alì Babà l’operazione dei carabinieri della compagnia di Casarano che all’alba hanno sgominato un’organizzazione criminale dedita a furti, ricettazione ed estorsione. Una banda che come i 40 ladroni era specializzata nello svaligiare appartamenti e negozi, quelli lasciati incustoditi dai proprietari durante l’inverno. Gli obiettivi preferiti erano infatti le case al mare nella zona tra Taviano, Ugento , Racale e le marine come Torre Suda, Torre Mozza, Mancaversa, che venivano spogliate di tutto: la merce più appetibile gli elettodomestici di tutti i tipi : frigoriferi, televisori, condizionatori, mobili antichi e giare in terracotta, ma anche biciclette. E’ stato trovato anche un fucile. Otto le persone arrestate e 9 gli indagati: Gianfranco Schito, 45 anni di Taviano; Mattia Schito, 24 anni di Taviano; Zakaria Kadim, 27 anni, nato a Casablanca ma residente a Taviano; Fabio Nobile, 47 anni di Taviano; Andrea Giannelli, 28 anni di Taviano. Tre mancano ancora all’appello ma sono ricercati: Nicholas Lezzi, 28 anni; Marco D’Amilio, 26 anni  e Mattia Greco, 22 anni, anche loro di Taviano. La centrale operativa era un nucleo di case popolari di Taviano, dove le due persone ritenute i capi dell’organizzazione abitavano: Fabio Nobile e Gianfranco Schito, quest’ultimo custode del locale depuratore che è stato perquisito e nel quale è stata trovata della merce rubata. Il blitz è avvenuto all’alba con le perquisizioni anche dei garage e delle cantine dove è stata ritrovata buona parte della refurtiva. I furti avvenivano anche su commissione. Se qualcuno aveva bisogno di qualcosa la richiedeva direttamente alla banda. Spesso avveniva anche il “cavallo di ritorno“: per riavere un oggetto a cui si era particolarmente affezionati si era disposti a pagare. Insomma a Taviano molti sapevano ma pochi denunciavano i furti. Centinaia gli episodi accertati, circa 250 in pochi mesi: la banda sceglieva l’obiettivo da colpire, evitando accuratamente le case degli amici, poi si partiva. Usavano le loro auto private per caricare la merce. Le indagini dei carabinieri di Casarano, al comando del capitano Clemente Errico sono cominciate alla fine del 2015, quando annalizzando una serie di colpi, si è trovato un filo conduttore ed elementi comuni. Le intercettazioni telefoniche hanno fatto il resto ed hanno, secondo gli inquirenti, rivelato un mondo: un’associazione che viveva di quello di cui facevano parte anche i figli e le conviventi. L’indagine è stata coordinata dal pm Paola Guglielmi mentre le ordinanze sono state firmate dal gip Giovanni Gallo.

la raffica di furti aveva destato particolare allarme sociale, hanno ribadito il colonnello Giampaolo Zanchi, comandante provinciale dei carabinieri di Lecce e Domenico Montemurro, comandante del Reparto Operativo: “Nessun reato viene trascurato e le indagini si concentrano anche su episodi che all’apparenza appaiono banali“.

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