LECCE- “E’ come comprare una scarpa 36 mentre si ha un piede che misura 38”. E’ la metafora che il consigliere regionale Mario Pendinelli utilizza per spiegare quanto rischia di accadere con il nuovo ospedale che dovrebbe essere costruito tra Maglie e Melpignano. La zona individuata sarebbe già troppo piccola per accogliere i plessi, oltre poi alle strade di servizio, ai parcheggi, al verde necessario. È quanto sostiene, cartine alla mano, durante la conferenza stampa convocata in mattinata all’hotel President, a Lecce.
Il punto di partenza della sua tesi è chiaro: se bisogna costruire un ospedale di base, allora tanto vale ampliare Scorrano, dove lo spazio c’è; ma se è necessario costruire un nuovo nosocomio di riferimento, ultradotato, chiudendo quelli attualmente esistenti, allora quello spazio individuato non può bastare.
Si giunge a questa conclusione sovrapponendo le cartine con la rappresentazione in scala identica dell’altro ospedale simile che si sta per costruire, quello di Fasano-Monopoli, modello di riferimento come progetto edilizio: l’area scelta è un trapezio stretto tra la ferrovia e la statale e bisogna comunque tener conto anche dalla fascia di rispetto.
Sotto accusa, per Pendinelli, c’è l’iter adottato dal Comune di Melpignano, “passaggi irrituali, come li ha definiti la stessa Regione, e a cui si stanno piegando istituzioni e programmazione dei servizi”, aggiunge. Interessata già la Regione, oltre che Anac: “per poter procedere – dice il consigliere di Scorrano – Emiliano dovrebbe ritirare la delibera del 2014 in cui sono stati fissati i criteri per i nuovi ospedali, escludendo, ad esempio, le zona industriali; chiedendo che le aree debbano essere sufficientemente estese e abbiano anche spazi adibiti a verde.