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Tap, apertura di nove sindaci. Il prefetto: “chiederò al governo di farli sedere al tavolo nazionale”

LECCE- Quello che per primo si proverà ad ottenere è di sedere al tavolo interistituzionale sul gasdotto avviato il 3 agosto scorso. La nuova riunione è in programma a Palazzo Chigi per questo giovedì, quando si continuerà a discutere con le società Tap e Snam degli investimenti da realizzare nel Salento, come compensazioni ambientali. Sarà il prefetto di Lecce Claudio Palomba a farsi portavoce presso il governo della richiesta avanzata dai nove sindaci che in mattinata lo hanno incontrato assieme al presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, a Palazzo Adorno. “Il muro contro muro non serve a nessuno”, ha detto Palomba.

Un primo passo per i sindaci approdare al tavolo romano, dove fino ad oggi non si è seduto il Comune di Melendugno, che annuncia che non ci sarà neppure il 19. La Regione Puglia lo ha fatto solo nell’ultima seduta di fine settembre ed “Emiliano mi ha detto che non andrà giovedì”, dice il sindaco Marco Potì.

Tuttavia, per i primi cittadini di Andrano, Castro, Diso, Maglie, Ortelle, Poggiardo, Santa Cesarea Terme, Spongano e Trepuzzi l’obiettivo pare essere più ampio: aprire una “vertenza Salento”, com’è stata definita, su ambiente ed energia, per essere informati e coinvolti nella strategia, al momento confusa, relativa ai nuovi impianti, vista la continua sommatoria non di uno ma di più gasdotti, non di uno ma di più permessi di ricerca petrolifera rilasciati. “Non vogliamo spaccare il fronte dei sindaci no Tap”, ribadiscono, essendo anche loro tra i 94 Comuni firmatari del documento con cui si chiese a Mattarella lo stop ai lavori. La Provincia, da parte sua, proverà a coordinare le posizioni.

“Un po’ dispiace non essere stato informato dai colleghi – dice Potì da Melendugno – anche perché danno per assodate questioni ancora aperte: la Corte Costituzionale non si è pronunciata nel merito della questione e le criticità del progetto restano tutte. Gli unici a considerare chiusa la faccenda sono governo e Tap. Noi continueremo ad opporci. Il tenore della loro lettera ricalca in parte quella dei 94 sindaci, nella richiesta di ‘soluzioni più avanzate’, che per la maggior parte di noi non erano quelle di fare il gasdotto a San Foca. Non so se oggi qualcuno ha cambiato idea, ma se ‘soluzioni più avanzate’ significa compensazioni per tutti, io resto contrario”.

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