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A Nardò apre il Museo della Preistoria: nelle teche i più antichi fossili di Homo Sapiens

NARDO’- Inaugurato il Museo della Preistoria di Nardò, allestito nelle sale del Chiostro di Sant’Antonio. Il contenitore ospita manufatti e fossili provenienti dalle indagini archeologiche svolte a partire dagli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso nelle grotte del Parco di Portoselvaggio e Palude del Capitano frequentate nel Paleolitico (grotte di Serra Cicora A, Mario Bernardini, Uluzzo, Uluzzo C, Cavallo, Zei, Torre dell’Alto) e nel sito neolitico di Serra Cicora, la quasi totalità custoditi nelle sedi di Taranto e Lecce della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Brindisi Lecce e Taranto. Tra i reperti di maggiore rilievo ci sono i più antichi fossili di Homo sapiens del continente euroasiatico ma un’altra eccezionalità è costituita proprio dall’elevato numero di siti archeologici che testimoniano quasi centomila anni di vita di Homo neanderthalensis prima e di sapiens poi.

“Dopo l’Open Day che fu fatto esclusivamente per rendere il giusto omaggio al Gruppo Speleologico Neretino attraverso la presentazione della loro mostra didattica – spiega l’assessore Mino Natalizio – è finalmente arrivato il momento dell’inaugurazione e dell’apertura del Museo della Preistoria di Nardò, che solo oggi è stato completato nei suoi allestimenti e affidato in gestione. E che naturalmente sarà immediatamente visitabile. Un museo in grado di raccontare la storia del territorio e arricchire quindi l’offerta turistica e culturale della città, ma anche di assolvere all’importante ruolo di agenzia educativa con cui formare le future generazioni. Possiamo affermare, con orgoglio, di essere riusciti a regalare a Nardò qualcosa di straordinario”.

“L’apertura di questo spazio – aggiunge il sindaco Pippi Mellone – consentirà alla città di dare il giusto valore alle eccellenze archeologiche del Distretto del Paleolitico di Portoselvaggio e rappresenta una giornata storica per Nardò e per la Puglia. Finalmente tutti potranno ammirare e studiare reperti archeologici che sono unici in Europa. Il Museo è stato affidato in gestione a una impresa culturale attraverso un bando pubblico, in linea con quanto stabilito in proposito dalla Regione Puglia. Non basta aprire i contenitori, ma trasformarli in attrattori attraverso efficaci modelli di gestione che, tra le altre cose, creino occupazione”.

“Abbiamo raggiunto un obiettivo prestigioso – evidenzia il direttore del museo Filomena Ranaldo – che è frutto di un importante lavoro di squadra tra Soprintendenza, Regione, Comune e Gruppo Speleologico Neretino. Il punto di forza di questo progetto di allestimento museale e di valorizzazione del distretto del Paleolitico di Portoselvaggio, sta nel far convergere le istanze di tutela, ricerca, valorizzazione e fruizione in un’ottica di sostenibilità dell’utilizzo del patrimonio per lo sviluppo sociale ed economico del territorio”.

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