Cronaca

Voto di scambio, tangenti, estorsioni: 27 arresti. anche sindaci Erchie e Avetrana

TARANTO- Invischiati in aggiudicazione di appalti pubblici, estorsioni, imposizione nelle attivitĂ  di “movimento terra”, riciclaggio. Creando un clima di intimidazione nei confronti di numerosi imprenditori locali, li soggiogavano al sistema mafioso. 27 persone sono state arrestate a Taranto e, tra loro, ci sono anche il sindaco di Avetrana Antonio Minò (indagato per concorso esterno), il sindaco di Erchie Giuseppe Margheriti. Compaiono anche Nicola DIMONOPOLI, giĂ  consigliere comunale di Manduria, e Massimiliano ROSSANO, giĂ  assessore comunale di Manduria. L’operazione si chiama “Impresa”. La Polizia di Taranto -impegnati 200 poliziotti ed un elicottero del Reparto Volo di Bari- hanno eseguito 20 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 7 ai arresti domiciliari. Nel mirino un presunto sodalizio criminale di stampo mafioso attivo nel capoluogo ionico. Notificate misure cautelari nei confronti di 27 persone indagate a vario titolo ed in concorso tra loro, di associazione di tipo mafioso, scambio politico elettorale – mafioso, estorsione, corruzione, rapina, riciclaggio, lesioni personali, danneggiamento, detenzione illegale di armi da fuoco e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’associazione di stampo mafioso, che secondo gli inquirenti è una frangia della SCU, operava sul versante orientale della provincia di Taranto con tre diverse articolazioni, sull’asse S. Giorgio Jonico-Manduria. Organizzatori e promotori: Antonio Campeggio, Francesco D’Amore, Giuseppe Buccoliero, Vito e Gianpiero Mazza. Nell’indagine, anche la tentata estorsione nei confronti della ditta vincitrice dell’appalto per la Fiera Pessima di Manduria, del 2012, per cui fu pagata una tangente da 30mila Euro. Per gli inquirenti è stata, poi, “Rilevante per l’infiltrazione del clan D’Amore-Campeggio nell’attivitĂ  del 118, l’ausilio del sindaco di Avetrana Antonio Minò”, all’epoca presidente dell’associazione Avetrana soccorso. Si sarebbe messo “A completa disposizione del clan”.

Sindaco ed ex vicesindaco di Erchie, Giuseppe e Domenico Margheriti, rispondono di corruzione aggravata per aver ottenuto una tangente da 80mila Euro per agevolare l’assegnazione di opere pubbliche, nello specifico i lavori di completamento di infrastrutture nella zona P.I.P. (illuminazione pubblica, rete fognaria e altro) alla ditta Tecnoscavi dei Pedone.

Pasquale Pedone, a sua volta, è in carcere anche per estorsione aggravata per “aver imposto con minaccia e su determinazione di D’Amore, l’assegnazione di lavori di movimento terra, attraverso noleggio mezzi e distacco operai, da parte di un’impresa impeganta nella realizzazione della rete idrica di alimentazione di acqua potabile, per i comuni di Pulsano, Leporano e rispettive marine. Opere appaltate dall’Acquedotto pugliese per 9 milioni e 900mila Euro.
Il presunto clan, secondo gli inquirenti, mirava a strutturarsi in “centro di potere” in grado di relazionarsi con le realtĂ  istituzionali e con la societĂ  civile attraverso la sua capacitĂ  di infiltrarsi nel tessuto economico-imprenditoriale locale, operava in diversi settori, dall’aggiudicazione di appalti pubblici alle estorsioni, dall’imposizione nelle attivitĂ  di “movimento terra” al riciclaggio, creando un clima di intimidazione nei confronti di numerosi imprenditori locali che venivano così soggiogati al sistema mafioso”.
L’operazione è stata condotta da poliziotti della Questura di Taranto, del Servizio Centrale Operativo, delle Squadre Mobili di Lecce, Foggia, Brindisi, L’Aquila ed Alessandria, e del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce, col supporto del Reparto Volo e di unitĂ  cinofile di Bari. L’ordinanza è stata emessa dal GIP del Tribunale di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia.

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