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Parti indolore, la Regione chiede alle Asl di fare di più

BARI- La Regione Puglia impone alle Asl di darsi da fare per mettere le donne nella condizione di scegliere un parto quanto più indolore possibile, gratuitamente. Priorità d’intervento ai punti nascita che registrano più di mille parti l’anno, dove cioè il servizio è per legge obbligatorio. In sostanza, si tratta dell’ospedale di Lecce, oltre a quello dell’Istituto religioso Cardinale Panico di Tricase. Per numero di nascite, che sfiorano le mille unità, subito dopo si piazzano Copertino e Galatina. Qui, come negli altri tre punti nascita ancora esistenti e che da anni si tenta invano di accorpare (Gallipoli, Casarano e Scorrano), poiché non si raggiunge la soglia prevista dalla normativa, la partoanalgesia viene effettuata solo su richiesta. A cercare di imprimere una svolta è il protocollo regionale per la partoanalgesia approvato dalla giunta nei giorni scorsi. L’obiettivo è chiaro: miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e riduzione del taglio cesareo. Su questo, infatti, si è indietro in tutti gli ospedali leccesi. Bari si muove dopo essere stata bacchettata da Roma: sono, infatti, le risultanze delle verifiche ministeriali in termini di attuazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ad aver evidenziato la necessità che la Regione Puglia garantisca l’implementazione della partoanalgesia.

“Al Vito Fazzi – spiega Giuseppe Pulito, primario di Anestesia e Rianimazione – il servizio esiste da sette anni attraverso la guardia ostetrico-anestesiologica, un medico anestesista-ostetrico che è istituzionalmente dedicato h24 alla partoanalgesia. E’ previsto un percorso dedicato, con consenso informato”. Al Fazzi si effettuano tra le 600 e le 700 partoanalgesie all’anno. I parti cesarei, però, rappresentano ancora circa il 40 per cento del totale, tra i 700 e gli 800 interventi. Su un totale di oltre 1600 nascite, non si superano, invece, i 300 parti spontanei.

L’implementazione della partoanalgesia con priorità nei punti nascita in cui si superano i mille parti nasce anche dal fatto che, per mantenere le competenze e l’integrazione, è necessario che il team esegua a regime almeno 200-250 analgesie epidurali/anno, almeno 40 per ciascun anestesista, per mantenere competenze necessarie di livello 3.

 

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