OTRANTO- Resta sotto chiave lo stabilimento ormai ex Twiga di Otranto. La doccia fredda è arrivata con la decisione del Riesame, di fronte al quale nelle scorse ore è stato discusso il sequestro probatorio deciso dalla Procura di Lecce il 16 maggio scorso. Nessun dissequestro, dunque, è il responso della terna di giudici (presidente Maria Pia Verderosa, relatore Antonio Gatto, a latere Anna Paola Capano) e dunque i tempi si allungano, mettendo ancora più in forse l’inaugurazione prevista per fine giugno.
Com’è noto, la struttura in località “Cerra” è finita al centro degli accertamenti del pm Antonio Negro, che ha ipotizzato i reati di abusivismo edilizio e occupazione abusiva del demanio marittimo. Due gli indagati, l’imprenditore Mimmo De Santis, presidente del cda della società, e il candidato sindaco di Otranto Pierpaolo Cariddi, nella sua veste di progettista dell’opera. La loro memoria difensiva (sono difesi dagli avvocati Antonio De Mauro, Adriano Tolomeo, Andrea Sticchi Damiani e Giulio De Simone), tuttavia, non è valsa la caduta dei sigilli.
Il nodo sta nell’interpretazione delle norme di attuazione del Piano regolatore relative agli accessi al mare e alla possibilità di realizzare su zone agircole private, prospicienti al mare, stabilimenti di quel tipo, tra l’altro, come in questo caso, in una zona caratterizzata da falesia a rischio crollo.