MELENDUGNO- La polizia sposta di peso i manifestanti, li trascina via per liberare la strada. Quando gli agenti si avvicinano ad un’anziana seduta in prima fila, le urla di tutti sono vibranti, tutto documentato dai video degli stessi manifestanti.
E’ stata una nuova notte di protesta contro Tap, a Melendugno, ore cariche di tensione quelle intorno alla mezzanotte.
Erano già 150 gli attivisti che verso le 23 hanno partecipato ad un’assemblea e deciso di occupare la strada provinciale che porta a Calimera, nei pressi di Masseria del Capitano. Obiettivo: bloccare lo spostamento in notturna di undici ulivi, da trasferire lì perché ancora nel deposito della società di vigilanza Alma Roma da un mese e mezzo. Una manciata di chilometri che solitamente si percorrono in cinque minuti. Le proteste hanno fatto dilatare il tempo.
Alla fine, i camion della multinazionale sono riusciti a passare, scortati dagli agenti, superando le barriere fatte con carboni ardenti, resti di un fuoco acceso per schivare le auto, e persone in carne ed ossa.
Gli alberi sono quelli che vennero espiantati il 1° aprile a San Basilio, contrada in cui sta sorgendo il cantiere del gasdotto. Un espianto e un trasferimento poi stoppati da una massiccia manifestazione di protesta dei cittadini.
Il Comune di Melendugno ritiene che la multinazionale Tap non abbia presentato alcun progetto esecutivo che possa legittimare un deposito di ulivi a Masseria del Capitano, passaggio secondo Tap, invece, già sdoganato dalle autorizzazioni.
Le indiscrezioni trapelate e diventate tam tam tra gli attivisti avevano annunciato già in prima serata una presenza massiccia di forze dell’ordine nella notte per scortare il passaggio degli alberi. Puntuali sono arrivati i camion, le camionette della Polizia e le barricate non violente. Un no da urlare, ancora una volta. Dimostrandosi pronti a qualsiasi ora.
