Cronaca

Forni crematori, avanti un altro: la delibera che ignora il regolamento provinciale

SCORRANO- Sulla testa del Salento piovono progetti per l’apertura di forni crematori. Dopo Botrugno, primo Comune individuato dalla Provincia per ospitare l’unico impianto che il territorio leccese potrebbe accogliere; dopo Lecce, dove l’impresa napoletana Edile Vispin, la stessa che ha presentato il progetto a Francavilla Fontana, è stata messa in stand by a ottobre; dopo Copertino, dove però il tutto è ancora aleatorio, spunta un quarto progetto. Che però ha già avuto la “benedizione” del Comune di riferimento, Scorrano, che lo ha valutato di “interesse pubblico”.

Si chiede di far sorgere l’impianto qui, in queste campagne adiacenti al cimitero comunale, un oliveto da poco più di un ettaro (13mila mq) da convertire non in uno ma in un doppio forno, per resti umani e animali. È un project financing quello avanzato dalla società Leucci srl, proprietaria dei terreni: in poche parole, il privato si occupa di progettare e costruire l’impianto, cede il diritto di superficie al Comune ma resta gestore del tutto per almeno 30 anni. È ovviamente un meccanismo per rientrare nei costi e guadagnarci.

L’investimento, infatti, è da 3.313.140 euro, come da piano finanziario allegato al progetto della società che però, come si vede dalla visura camerale che ci siamo preoccupati di fare, è stata creata nel giugno scorso, è amministrata da un ventenne e risulta tuttora inattiva. La proposta della Leucci è arrivata al protocollo del municipio di Scorrano il 3 novembre scorso. Il 30 dicembre, la giunta guidata dal sindaco Antonio Mariano (assenti il vicesindaco Rocco Amato e l’assessore Amedeo Scarpa) ha deliberato di “condividere la proposta”, tanto da inserirla nel piano triennale delle opere pubbliche 2016-2018, di dare il via all’iter procedurale e questo sulla base dichiarazione di “pubblico interesse” del progetto, “in quanto – è spiegato nell’atto -le cremazioni in Italia sono in costante aumento” e per la “necessità di servire l’intero bacino del Salento, e non solo, di un forno crematorio per resti di animali”.

Ed è questo il punto nodale. La delibera ignora completamente il percorso già avviato da anni a Palazzo dei Celestini, che in Consiglio, nel 2012, ha approvato la valutazione del fabbisogno di crematori in provincia: se ne può ospitare uno solo, della potenzialità di duemila servizi annui. Nel 2013, inoltre, sono stati individuati, in ordine di priorità, i comuni che avevano dato la disponibilità per la costruzione: Botrugno, Lecce, Casarano, Ugento, Ortelle, Spongano. Nessuna menzione di Scorrano. Che questo dettaglio, però, pare averlo trascurato nel dare il suo ok.

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