Cronaca

Smaltimento amianto col siero del latte: strada in salita per impianto pilota

LECCE- E’ una strada in salita quella per l’impianto pilota per il trattamento dell’amianto con il siero del latte, a Cavallino: dopo la seduta del 20 dicembre scorso, il Comitato regionale Via ha stabilito, infatti, che il progetto dovrà essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale. Dovrà passare, dunque, dalle maglie strette di quella procedura prima di poter ottenere il lasciapassare.
A pesare è stato, innanzitutto, il parere dell’Arpa Puglia, che ha rilevato “carenze nello Studio Preliminare Ambientale relative al quadro di riferimento programmatico, progettuale ed ambientale”. Infatti, “in virtù dell’imprescindibile principio di precauzione”, l’Agenzia regionale ha richiesto “un livello di approfondimento maggiore”, anche per capire la portata “degli impatti potenziali del progetto sull’ambiente e sull’area territoriale in cui andrà ad inserirsi”.

L’impianto sperimentale, a fini dimostrativi, dovrebbe essere realizzato nella zona industriale di Cavallino dalla Project Resource Asbestos S.r.l, che fa parte del gruppo di imprese che gestisce anche la discarica di amianto di Galatone, l’impianto di biostabilizzazione e la ex discarica di Cavallino e che ha presentato il progetto per la nuova discarica di rifiuti speciali non pericolosi in contrada Masseria Parachianca a Lecce.

Il metodo di trattamento che è stato proposto è stato ideato e messo a punto dal Laboratorio di Strutturistica Chimica Ambientale e Biologica dell’Università di Bologna: si utilizzano consistenti quantità di siero di latte esausto per liberare le fibre di amianto, che poi vengono decomposte. Una potenzialità minima, quella prevista a Cavallino, di circa 20 kg/ciclo.

Per Arpa, però, bisogna andare a fondo, tenuto conto, come ha scritto nel suo parere, “del carattere innovativo e sperimentale del processo produttivo che si intende realizzare, in assenza di informazioni anche empiriche che permettano di escludere ragionevolmente la presenza di rischi per l’ambiente e per la salute umana, considerata la tipologia e la pericolosità delle materie prime impiegate in tale processo produttivo di natura sperimentale, ed in assenza di criteri localizzativi derivanti dalla pianificazione regionale per la tipologia di impianto in esame”.

Anche per il Dipartimento di Prevenzione della Asl di Lecce, c’è “necessità di approfondimenti sulle emissioni in atmosfera in un’area già soggetta a pressioni ambientali nonché sulle procedure di frantumazione dei RCA (rifiuti contenenti amianto, ndr) in siti diversi dall’impianto con successivo trasporto sino allo stesso”. A presentare osservazioni sono stati anche i portavoce del “Movimento 5 Stelle” della provincia di Lecce e numerosi cittadini.

Articoli correlati

Coronavirus, primo decesso a Lecce. Nuovi casi nel Salento. “Positiva” coppia di Gagliano

Redazione

Morso ai genitali da un cane randagio, gravi ferite per un 28enne

Redazione

Stazione unica appaltante: firmato accordo con Tricase

Redazione

Nuovo blocco 275: “Cosa si aspetta per nominare un commissario?”

Redazione

Agguato mortale a Taranto: caccia aperta ai killer

Redazione

Bar nel mirino dei ladri per la terza volta

Redazione