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Speculazione e mafia: “Si ammazzi l’idea sbagliata di Sud. Il Mezzogiorno deve rinascere”

BRINDISI- “Il Sud deve morire”, un titolo-provocazione per accendere i riflettori sull’amara realtà che si respira nel Mezzogiorno. E’ Carlo Puca, autore del libro  e giornalista, a intraprendere un viaggio d’inchiesta in cui percorre tremila chilometri, un viaggio «di fatica e di scoperte» che – confessa davanti agli studenti del Giorgi di Brindisi – «ha mutato la mia indole pacifica e fatalista».

Il Sud ha delle potenzialità ma non i mezzi affinchè possa far restare tutti al proprio posto, senza lasciarli andare via, al Nord ad esempio, dove gran parte di noi hanno ormai una vita professionale attiva e contribuito allo sviluppo del settentrione. Secondo Puca, si dovrebbe ripartire, distruggendo quell’idea sbagliata di Mezzogiorno fatta di speculazione, di sfruttamento, in cui tanti ne approfittano per costruire carriere, fortune e potere a danno di deboli, ingenui e onesti. Bisogna quindi ammazzare «questa certa idea» per trascinare nella tomba anche i vari «dittatorelli» che deprimono la sua libertà. Cosicché il Sud possa finalmente sperare di rinascere nuovo e diverso.

Anche per  il Procuratore Capo di Brindisi Marco Di Napoli il Sud deve Rinascere, infondo ne ha tutte le potenzialità, di passi in avanti -afferma- ne sono stati fatti, e anche se speculazione e mafia ancora persistono, i tasselli per combatterli ci sono e bisogna partire proprio tra i banchi di scuola per educare alla legalità..

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Sensibilizza al grande tema della lotta alla mafia anche l’attore Ettore Bassi, protagonista dello spettacolo teatrale  «Il Sindaco Pescatore», in cui si parla di una storia di un eroe dei nostri tempi, Angelo Vassallo, ex primo cittadino di Pollica, nel cuore del Cilento, ucciso con nove colpi di pistola il 5 settembre 2010, in un agguato ancora oggi senza colpevoli: un semplice e umile uomo che ha pagato con la vita l’impegno di amministrare con cura, dedizione e trasparenza i suoi luoghi e migliorare le condizioni e le prospettive di chi li viveva, solo e sempre per difendere la sua terra, la Campania.

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Lo spettacolo è un modo per ricordare il suo impegno e, come ha spiegato Ettore Bassi, per  «smuovere le coscienze al fine di farle uscire dalla condizione di omertà e di soggiogamento». Ma in particolare, l’attore desidera   educare il suo pubblico, studenti e non, sul fatto che un mondo migliore è possibile..sempre, basta volerlo.

E.P.

 

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