LECCE- La diversità come ricchezza e occasione. Davanti ad una platea di grandi e piccini entusiasta ad andare in scena un classico intramontabile: il diario di un brutto anatroccolo. Nella giornata internazionale a tutela dell’infanzia, quale occasione migliore per trasformare la fiaba in un invito a saper tirar fuori il bello di sè, andando oltre l’apparenza e il pregiudizio. Una commistione di danza e teatro, due forme d’arte che si intrecciano e fanno sognare davanti ad una rivisitazione originale del racconto di Andersen.
Un viaggio di formazione alla ricerca di se stesso, quello intrapreso da un piccolo cigno creduto anatroccolo: prima la nascita e il rifiuto da parte della famiglia, la scuola e il bullismo, il mondo del lavoro e poi l’amore che nasce e muore all’improvviso: tappe di un mondo ostile adattate per un pubblico fanciullo per culminare poi in un messaggio di speranza. Cicatrici profonde ma che guariscono però davanti alla più bella delle scoperte: l’amore per se stessi che vanifica ogni ostacolo e diventa corazza e forza interiore.
E così anche il più brutto anatroccolo agli occhi altrui come per magia rivela uno splendido cigno: tutto sta nel saper coltivare quel sano amore verso se stessi che diventa forza, fierezza per quella bellezza che in fondo risiede solo negli occhi di chi guarda.