LECCE- Una firma ufficiale e la Chiesa varca ancora una volta i muri del carcere. Il Protocollo d’Intesa firmato nella sala dell’Arcivescovado di Lecce da Monsignor D’Ambrosio e da Rita Monica Russo , direttrice del Carcere di Lecce, rappresentante del Ministero della Giustizia, porterà un conforto a chi soffre non solo la condizione di detenuto, ma anche quella di povero, nulla tenente, senza beni e senza affetti. E in tanti , dietro le sbarre, lo sono.
La povertà aumenta, dice Mons. D’Ambrosio, e devono necessariamente aumentare anche le nostre risposte. Grazie ad un esercito di volontari coordinati da don Attilio Mesagne, la Caritas si impegna a creare uno sportello d’ascolto destinato ai detenuti segnalati dagli operatori , un centro raccolta dati per l’assistenza previdenziale e fiscale ai detenuti, un servizio per la fornitura di farmaci e generi di primo bisogno.
Un servizio che si aggiunge a quello che viene svolto ogni giorno dai cappellani del carcere don Alessandro d Elia e don Nando Capone e che il 6 novembre prossimo si concretizzerà nel giubileo dei detenuti, così come voluto dal Papa. E’ l’ennesimo esempio di quell’attenzione che il vescovo ha sempre riservato al carcere di Lecce, che deve, ha sottolineato la direttrice, diventare una risorsa per il territorio.