LECCE- L’allarme lo aveva lanciato Telerama nell’autunno scorso, ora viene ribadito anche dall’Ordine degli agronomi di Lecce: nel Salento il consumo di suolo è decisamente alto. Ben 40mila ettari sono «mangiati» dal cemento in provincia di Lecce.
I dati sono quelli ufficiali dell’Ispra. Ai primi posti della classifica dei comuni che hanno eroso più territorio, in termini percentuali, si collocano Aradeo, Taviano, Castro, Racale, Melpignano, San Cesario, Sogliano Cavour e Melissano. Tutti sono sopra la media provinciale che si ferma al 14 per cento e la media regionale ancora più bassa, appena l’8 per cento.
Al di sotto del 10 per cento di suolo consumato figurano solo 13 Comuni (Cannole, Carpignano, Castrì, Cutrofiano, Giuggianello, Guagnano, Melendugno, Otranto, Salice, Scorrano, Supersano e Vernole).
Come rilevò un’inchiesta di Telerama, si tratta di dati strettamente connessi con la mancanza di piani regolatori aggiornati: si consuma più suolo soprattutto là dove si hanno ancora piani di fabbricazione risalenti agli anni ’70 (la metà dei Comuni leccesi).
«Oltre alla perdita di campi e terreni coltivabili – spiega il presidente dell’Ordine, Rosario Centonze – si sottovalutano i costi della cementificazione. Si stima, infatti, una spesa media che può arrivare anche a 55mila euro all’anno per ogni ettaro consumato. Basti pensare alla minore produzione agricola, ai danni provocati dalla mancata infiltrazione dell’acqua, alla riduzione della biodiversità».