Cronaca

Amministratori locali sotto tiro: Puglia 2° in Italia per minacce. A Lecce sei attentati

LECCE- Sempre più sotto tiro, in quella che è diventata una trincea: gli amministratori locali pugliesi sono i più esposti, dopo quelli siciliani, agli atti intimidatori. Lo scorso anno, solo in provincia di Lecce, si sono registrati sei attentati.
Non solo aggressioni verbali e fisiche, ma anche auto incendiate, lettere e avvisi di minacce, buste con proiettili, spari alle abitazioni, ordigni. E’ il rapporto 2014 di Avviso Pubblico a delineare il quadro: delle 361 intimidazioni nei confronti di amministratori locali e funzionari pubblici in Italia, 54 casi, il 14 per cento del totale, si sono verificati in Puglia, scivolata dalla prima alla seconda posizione, ma sempre in vetta alla triste classifica nazionale.

Bersaglio prediletto sono sindaci, assessori, consiglieri, capigruppo di forze politiche, candidati alle amministrative. L’ identikit degli aggressori tracciato da Avviso Pubblico è preciso: disoccupati con numerosi tentativi falliti di ricollocarsi, tossicodipendenti, persone sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio, pregiudicati, sorvegliati speciali, soggetti che nutrono un sentimento di odio verso migranti o nomadi. Nella gran parte dei casi, però, i gesti restano anonimi.

A livello provinciale, in Puglia, è Foggia a detenere il primato, seguita da Brindisi, con 13 attentati, tra cui, il 3 novembre dello scorso anno, l’incendio dell’auto del sindaco, Mimmo Consales, da parte di un disoccupato di 39 anni che avrebbe agito, secondo quanto dichiarato dagli investigatori, per vendicare la promessa“non onorata” di un posto di lavoro.

Dopo Bari e Taranto (9 casi ciascuna), c’è Lecce, con sei episodi, tutti ricostruiti: il 25 MARZO, a PALMARIGGI, “un cittadino chiede di entrare nelle liste d’assunzione del Comune e una volta ricevuta risposta negativa, per ripicca, danneggia l’auto del sindaco, Anna Elisa Stifani”.

Il 13 MAGGIO, ad ACQUARICA DEL CAPO, al termine di un comizio pubblico, il candidato sindaco, Bruno Ricchiuto, viene pesantemente minacciato verbalmente da un gruppo di persone, una delle quali tenta di aggredirlo anche fisicamente. Il giorno dopo, a Racale, viene incendiata l’auto della madre del primo cittadino, Donato Metallo, tra l’altro dirigente al Comune di Gallipoli.

Il 23 maggio, uno degli attentati più gravi: a Campi Salentina vengono “distrutte oltre 150 piante di vite in un vigneto di proprietà della famiglia di Massimo Como, Assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Lecce, nonchè candidato Sindaco in una lista di centrodestra alle elezioni comunali”.

Il 6 agosto, a Squinzano, “una busta contenente due proiettili, probabilmente di carabina, viene recapitata in mattinata al Comune. La missiva è diretta al Sindaco, Mino Miccoli”. Infine, il 12 novembre, viene resa pubblica la notizia che nel mese di ottobre, a Nardò, sul parabrezza dell’auto di Salvatore Antonazzo, consigliere comunale e presidente della commissione ambiente del Comune, è stato lasciato un biglietto di minacce con scritto “Stai attento”.

Il 2015 non ha dato avvisaglie migliori. Tra gli episodi più allarmanti, le percosse al sindaco di San Donato e i proiettili recapitati alla sindaca di Calimera.

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