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LECCE, la “grata” sostituita e le antiche vie del piacere

LECCE (di Barbara Tornese) – In questi ultimi giorni a Lecce si parla tanto della “grata fallica” rimossa e sostituita al civico 22 di via Palmieri; pareri discordanti in città, c’è chi racconta che non esisteva una casa di appuntamenti in quello stabile, chi invece ricorda il contrario. Abbiamo deciso, quindi, di fare un giro tra le vie della città, raccogliendo testimonianze e documenti (archivio storico) per fare chiarezza e capire quali erano realmente le vie del piacere nella città barocca.

Daniela Bacca
Daniela Bacca

 “Il simbolo fallico risale all’epoca preistorica. Lo troviamo anche nelle nostre masserie come emblema della fertilità, del buon auspicio. Fallico è anche il menhir, la guglia, qualsiasi elemento erettile insomma che, però, non deve essere visto con gli occhi del peccato – spiega Daniela Bacca, presidente di Asso Guide Puglia -. Si tratta di un simbolo storico – culturale. Non a caso la grata rimossa è stata citata da Vittorio Bodini nei suoi scritti”.

Non sappiamo con certezza se al civico 22 di via Palmieri sia realmente esistita una casa di prostituzione. “Le pietre parlano, nulla è un caso” spiega ancora Daniela Bacca. Quello sulla grata, infatti, non è l’unico simbolo fallico presente nella zona. All’angolo di via Palmieri, proprio in corrispondenza del portone ad arco, vi è un’altra incisione “sempre definibile fallica – prosegue la presidente di Asso Guide Puglia – che aveva anche la funzione, grazie ad una bombatura sull’angolo, di impedire ai nobili di urtare le carrozze agli spigoli dei vicoletti del centro storico”.

foto 3 (2)L’incisione sul muro potrebbe essere una seconda “insegna” messa a segnalare la presenza della casa di tolleranza. “È esistita eccome – spiega Oronzo Fari, pittore e fotografo leccese – è stata attiva fino al 1958”. Fino a quando, cioè, è entrata in vigore la Legge Merlin con cui veniva stabilita l’abolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia. “Ci ricordiamo bene di questa zona, era la zona a luci rosse di Lecce” raccontano alcuni anziani che questa mattina, presi dalla cuoriosità, sono andati in via Palmieri a vedere la nuova “pudica” finestra.

E pensare che nell’archivio storico del comune di Lecce si trova il documento risalente al 1952, in cui Massimo Massari, proprietario dell’immobile in via Palmieri numero 22 (allora civico 18°), chiedeva alla commissione edilizia dell’epoca, di realizzare il progetto di “vetrina laterale costruita con intelaiatura in ferro lavorato e relativi vetri di cristallo”.

foto grata fallica
La grata fallica

Si tratta dunque, di una grata antica, appositamente costruita. “Con la sua rimozione, ora, l’immobile ha perso il suo valore aggiunto. Le dimore – spiega ancora Daniela Bacca –  acquisiscono particolare importanza in base ad un dettaglio, ad una rarità, un elemento insolito. La perdita di questo particolare, come in questo caso, costituisce una perdita di valore soprattutto in termini economici, oltre che culturali”.

È interessante poi, sapere che le case chiuse a Lecce, erano diverse nel novecento. Basta dare un’occhiata nell’archivio storico del Comune per trovarsi davanti agli occhi dei documenti antichissimi, risalenti al 20 ottobre del 1900, in cui l’allora sindaco Carlo Russi scriveva all’assessore della Polizia Urbana di fargli sapere “con la maggiore sollecitudine” i nomi dei proprietari degli immobili adibiti a case della prostituzione. Nell’elenco, sono sei le dimore citate: al civico 28 di via Imperatore Adriano, al civico 7 di via degli Antoglietta, al civico 5 di via Regia Udienza, al civico 1 di via degli ammirati, numero 25 di via Marescalli e, senza civico, veniva segnalata l’ultima in via Guglielmo Paladini.

Nelle prima foto si nota il particolare “fallico” angolare, nella seconda com’era il civico 22 prima del cambio d’uso, ed infine due documenti dell’archivio storico e uno storico tariffario.

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