LECCE- Due mandati di arresto europeo per gli “aguzzini” della Blue Sky-M, la nave-fantasma battente bandiera moldava che nella notte di San Silvestro portò 800 migranti, per la maggior parte siriani, a Gallipoli. Le persone a bordo dell’imbarcazione, in condizioni pessime, tanto da essere definita dagli stessi scafisti “uno scolapasta”, furono sottoposti a trattamento inumano e degradante. Ogni migrante pagò quella traversata dai 4.500 ai 6.000 euro.
Ora i componenti del Pool anti-immigrazione interforze, istituito a Lecce nel 2001 dal Procuratore Cataldo Motta, stanno eseguendo in territorio tedesco due mandati emessi dal G.i.p. presso il Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti due cittadini siriani, destinatari della misura cautelare della custodia in carcere, indiziati del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I due, in quanto componenti dell’equipaggio della motonave, in concorso tra loro e con altri quattro soggetti sottoposti a fermo di indiziato di reato, tra cui il Comandante della stessa imbarcazione, secondo le indagini hanno posto in essere atti diretti a favorire l’ingresso irregolare dei migranti, conducendo dal Golfo di Mersin (Turchia) sino alle coste italiane il cargo Blue SKY.
Alle operazioni di cattura nella cittadina tedesca di Soest, stanno attivamente collaborando funzionari della Polizia di Stato, appartenenti al Servizio Centrale Operativo ed alla Squadra Mobile di Lecce, e militari del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Lecce. L’approdo della motonave avvenne in pieno ordine grazie ad un massiccio dispiegamento delle Forze di Polizia salentine, tra cui i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Lecce.
La perquisizione della nave, poi sequestrata, e l’ispezione ad opera dei Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale, oltre agli interrogatori di alcuni passeggeri, consentirono l’individuazione del Comandante dell’imbarcazione, un siriano, che fu immediatamente sottoposto a fermo di indiziato di delitto. Sul suo smartphone, gli investigatori del Pool Anti-immigrazione individuarono la lista equipaggio e rintracciarono altri tre “scafisti”, che vennero arrestati quella stessa notte, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con l’aggravante di aver sottoposto i migranti a trattamenti inumani e degradanti. Scattarono altre indagini, fatte intercettazioni telefoniche, attività di cooperazione con le forze di Polizia turche, tedesche e rumene, analisi di smartphone e sistemi di localizzazione gps trovati a bordo, lo studio, ad opera della Capitaneria di Porto, dei tracciati della rotta seguita dall’unità navale nelle settimane precedenti all’arrivo nel porto di Gallipoli.
Questa operazione interforze ha consentito di risalire ad una strutturata organizzazione criminale trans-nazionale, operante tra Turchia, Romania, Siria e Libano e finalizzata a favorire, dietro compensi l’ingresso illegale di migranti in Italia. Sono stati individuati altri tre siriani, che la notte dell’approdo si erano confusi tra i migranti, due dei quali, rintracciati in Germania, sono stati ora catturati.
