Cronaca

Terza morte nei campi, vertice in Regione: aziende preferiscono lavoro nero ai fondi

FASANO-Terza morte sui campi pugliesi per i braccianti impiegati nella raccolta. Nel pomeriggio vertice ad hoc in Regione, a Bari, tra sindacati e assessorati all’agricoltura e al lavoro. Emerge un paradosso: molte aziende preferiscono impiegare lavoro nero e i fondi regionali restano inutilizzati.
Dopo Mohamed e Paola, morti rispettivamente nelle campagne di Nardò e in quelle di Andria, stavolta ad essere stroncato da un infarto è stato un tunisino di 52 anni, sposato a Fasano e padre di 4 figli, mentre stava lavorando nelle campagne di Polignano a Mare, in un’azienda agricola specializzata nella produzione e commercializzazione dell’uva.

E’ accaduto ieri pomeriggio. Nonostante si ipotizzi una morte naturale, dovuta probabilmente anche al caldo eccessivo di questi giorni, è stata disposta l’autopsia. Il decesso, però, riporta a galla le condizioni di lavoro nei campi. Di questo si è discusso a Bari.

“Abbiamo voluto affrontare con i sindacati, e lo faremo anche con le parti datoriali, la questione, ognuno per le proprie competenze – ha spiegato l’assessore regionale al lavoro Sebastiano Leo –. Abbiamo una convenzione che risale al 2013 per la lotta al lavoro nero e occorre capire come e quanto sia stata applicata, visto che dai primi dati pochissime aziende sembrano aver aderito alle liste di prenotazione, utilizzando pochissimo dei fondi a disposizione. Abbiamo bisogno ora di stilare un crono programma per analizzare quello che è stato fatto e stabilire come andare avanti, rendendo efficaci e cogenti le norme, coinvolgendo le organizzazioni datoriali”.

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