LECCE- La riforma Delrio mette a rischio anche i servizi sociali e tutti quei progetti, finanziati sino ad ora, che sotto il coordinamento delle Province, si occupavano di gestire situazioni estremamente delicate come l’ascolto e l’assistenza di vittime di tratta e sfruttamento sul lavoro.
Prima tra tutte l’associazione Libera che a Lecce opera sotto il coordinamento della consigliera per le pari opportunità Filomena d’Antini. L’allarme è sempre più concreto. I servizi sociali non rientrano più, secondo la riforma, nelle competenze delle Province.
Il progetto libera, finanziato dal ministero dell’interno, potrebbe rimanere a secco fondi. Questo significa: niente più servizi e assistenza a famiglie in gravi difficoltà, niente più personale, niente più sede, una struttura di viale marche che ospita l’associazione da circa 3 anni, che ha già garantito alla provincia un risparmio di circa 10 mila euro l’anno, e sulla quale sono stati realizzati i dei lavori di adeguamento per garantire sicurezza e privacy agli utenti.
La Provincia avrebbe già dato un preavviso di disdetta al proprietario dell’immobile e l ‘associazione , ad ottobre, sarebbe di fatto senza una sede. “L’appello che facciamo, dice Filomena d’Antini , è su più fronti. Da una parte al governo, perché attraverso il ministero continui a finanziare il progetto libera, dall’altro al presidente della regione emiliano che può erogare dei fondi grazie alla rete dei centri antiviolenza nei quali libera rientra. Solo in questo modo, dice la coordinatrice, potremo evitare di essere sfrattati e di continuare a lavorare per il bene di tante persone in difficoltà, che grazie ad un lavoro sinergico tra esperti, prefettura e forze dell’ordine, possono sperare in vita diversa“.
