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Cessione Lecce, qualcosa si muove

LECCE- Qualcosa sembra muoversi e le indiscrezioni trapelate nelle ultime ore portano a fare un po’ di luce in un momento in cui sembrano esserci tante, troppe ombre sul futuro del calcio a Lecce. L’ipotesi, temuta quanto reale di vedere la squadra giallorossa scendere di categoria per mancanza di acquirenti e di persone disposte ad accollarsi la responsabilità di una squadra in un campionato professionistico, sembra svanire giorno dopo giorno.

Si aspetta pero’ il riscontro nei fatti giacchè a parole è chiaro che, tra cordate varie e imprenditori piu’ o meno usciti allo scoperto, il Lecce non ha perso il suo appeal. Diventa adesso una corsa contro il tempo, una corsa per tramutare in trattative reali gli interessamenti espressi da piu’ parti. Il tutto possibilmente prima che arrivino le tanto temute scadenze a cui la società dovrà fare fronte. La cordata leccese capeggiata da Amorino Ingrosso vorrebbe il Lecce ma con poca propensione a scendere a compromessi dopo aver dettato, ma non direttamente a Tesoro, le proprie condizioni. In ogni caso il gruppo di imprenditori salentini avrebbe avvicinato altri salentini disposti a sposare il progetto di rilevare la società.

Chi sembra fare sul serio trovando anche la disponibilità ad incontrarsi è la cordata stretta grazie al lavoro di ricerca svolto dall’avvocato Saverio Sticchi Damiani. Si tratta come già anticipato nelle scorse ore di stimati professionisti con interessi nel settore delle acque minerali, edilizia e trasporti.

La prima garanzia per Savino Tesoro è rappresentata dalla figura di Sticchi Damiani, persona molto stimata e molto vicina alla società per motivi professionali. Altra garanzia è data dalla presenza nel gruppo dei romani di Enrico Tundo, imprenditore salentino del settore trasporti, già vicino alla società del Lecce perché membro del consiglio di amministrazione con la famiglia Tesoro. Conoscenze dirette che giocano certamente a favore perché godono di credibilità da parte dell’attuale presidente che peraltro sarebbe stato invitato a far parte della nuova società anche se con mansioni di secondo piano. Tale ipotesi è stata confermata proprio dallo stesso Tesoro che ha ribadito  di prendere in considerazione tale strada soltanto se indispensabile.

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