CronacaPolitica

Xylella, decisione Ue attesa ad ore: l’Italia si oppone all’eradicazione

LECCE-  Una trattativa estenuante se non un vero e proprio braccio di ferro: il Salento aspetta sulle spine la decisione di Bruxelles relativa al piano di contenimento della Xylella. E’ il giorno cruciale e le informazioni che arrivano a singhiozzo dal Belgio raccontano di una presa di posizione ferma dell’Italia contro l’abbattimento a tappeto di milioni di piante. Questo, d’altronde, sarebbe l’effetto che provocherebbe l’applicazione della decisione europea se dovesse essere confermata la bozza inviata alla Regione Puglia nei giorni scorsi. In discussione, infatti, c’è una delle misure più drastiche, vale a dire quella dello sradicamento di tutti gli alberi, anche sani, compresi nel raggio di 100 metri da una pianta infetta.

“Una misura di rimozione devastante e priva di efficacia – ha controdedotto l’Osservatorio fitosanitario regionale nel documento inviato al commissario Vytenis Andriukaitis -. Vale la pena di ricordare che si parla di un territorio vocato e prevalentemente coltivato ad olivo, dove in un raggio di 100 metri si contano almeno 300 piante di olivo, molte di esse secolari”. La controproposta pugliese è di abbattere solo le piante infette nell’area di 100 metri con monitoraggio periodico ogni quattro mesi di tutte le altre. Come annunciato da Andiukaitis, comunque, l’approccio potrebbe essere “differenziato tra le aree a nord del Salento, per le quali sono richiesti interventi più drastici, e quelle a sud dove invece sono possibili approcci più mirati”.

Ma questo è solo uno dei nodi cruciali oggetto della negoziazione avviata già ieri e che si concluderà con la votazione, a maggioranza qualificata, degli stati membri dell’Ue. Una partita politica delicatissima e nella quale l’Italia rischia di restare isolata sotto la pressione degli altri Paesi comunitari, specie quelli concorrenti, per nulla intenzionati a concedere morbidezze. La Francia lo ha dimostrato imponendo l’embargo alla Puglia.

Poi, si diceva, ci sono le altre emergenze: non è prevista la deroga per le produzioni vivaistiche di barbatelle; è imposto il divieto di reimpianto di tutte le specie ospiti di Xylella, “adottato per la prima volta in maniera così restrittiva”, visto che per altri organismi di quarantena è durato solo 12 mesi. I divieti di impianto sono estesi anche nella fascia di contenimento e nella zona cuscinetto. E se Bruxelles dovesse decidere di tirare dritto comunque? Sembra profilarsi all’orizzonte una possibile guerra giudiziaria per “violazione del principio di proporzionalità sia quanto alla omessa valutazione e ponderazione dei diversi interessi coinvolti sia quanto alla inidoneità dei mezzi adottati rispetto al fine prefissato”.

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