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Il fronte di ghiaccio: una medaglia ai reduci della campagna di Russia

LECCE- Sono tornati dal fronte di ghiaccio, spesso a piedi, per migliaia di chilometri e anni di speranza, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Per loro, per i salentini reduci dalla campagna di Russia, per chi ce l’ha fatta, dopo settant’anni è arrivato il riconoscimento: le onorificenze di “Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana” sono state consegnate in mattinata, durante la cerimonia a Palazzo dei Celestini. Erano già state conferite dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, adesso le hanno ricevute tra le loro mani Giovanni Cerfeda di Diso, Michele Nicolaci di Veglie, Rocco Orlando di Melissano, Giovanni Politi di Campi Salentina e i parenti di Giuseppe Bruno e Vito Caputo, entrambi melissanesi recentemente scomparsi.

Una storia difficile, sapientemente ricostruita nel libro “Fronte russo. C’eravamo anche noi” di Marcello Quaranta, che ha riportato in maniera minuziosa i nomi e i volti di duemila soldati leccesi che quella tragedia hanno vissuto. Molti sono rimasti lì, sepolti sotto la neve, caduti nella battaglia di Stalingrado, spesso annientati dal freddo e da un equipaggiamento per niente all’altezza. Testimonianze raccolte in un video proiettato in mattinata e ripercorse nella poesia “Surdatu mortu alla Russia” scritta da Nicola De Donno.

 

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