Cronaca

Omicidio Sarah Scazzi, in Appello gli avvocati puntano il dito contro Michele Misseri

TARANTO- Si è aperto, nel tribunale di Taranto, il Processo d’Appello per l’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana strangolata e gettata in un pozzo il 26 agosto del 2010. Ad ucciderla, secondo la sentenza di primo grado, la cugina Sabrina Misseri e la madre di quest’ultima Cosima Serrano, condannate all’ergastolo. 

Le due imputate in aula, al di là di una parete di vetro. E, ad assistere, ci sono la mamma di Sarah, Concetta Serrano, e Michele Misseri, padre e marito delle imputate, che si proclamò colpevole del delitto ma condannato solo per soppressione di cadavere. E quella del delitto di natura sessuale commesso dallo zio della ragazzina è la tesi perseguita dagli avvocati della difesa.

I difensori delle due donne hanno chiesto la riforma della sentenza di primo grado e l’ assoluzione delle due donne. Fra le richieste della difesa anche quella di riascoltare Michele Misseri in aula, in particolare sulle sue recenti dichiarazioni tv relative alla dinamica del delitto, di cui il contadino continua a proclamarsi unico responsabile.

“Michele Misseri ha tentato un approccio sessuale nei confronti della nipote alcuni giorni prima del delitto – spiega in aula il professor Coppi – e qualche giorno dopo ha reiterato il tentativo ed alla reazione della ragazzina l’ ha uccisa”. Il sostituto procuratore generale Antonella Montanaro ha chiesto la sospensione dei termini di custodia cautelare a carico di Cosima e Sabrina data la complessita’ del processo. I termini di carcerazione delle due donne scadono il 20 aprile 2015. Si è aperta dunque una nuova fase giudiziaria alla ricerca della verità su uno dei delitti più efferati e misteriosi della cronaca italiana.

Nel frattempo, la Corte d’Assise d’Appello di Taranto ha aggiornato il processo al 21 novembre. In quella sede la Corte scioglierà la riserva sulle richieste avanzate dal collegio difensivo, tra cui un nuovo esame in aula di Michele Misseri, e, dalla procura Generale, che ha chiesto la sospensione dei termini di custodia cautelare per Sabrina Misseri e Cosima Serrano, condannate all’ergastolo in primo grado.

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