Cronaca

Omicidio pastore, arrestato il presunto assassino: è il suo datore di lavoro. Motta: “Ucciso per errore, un gioco pericoloso finito male”

TORRE LAPILLO-Ucciso per un errore, un gioco pericoloso finito male. Il pastore albanese Qamil Hyraj, freddato con un colpo di pistola in fronte la mattina del 6 aprile scorso si è trovato lungo la traiettoria del proiettile calibro 22 esploso dalla pistola impugnata da Giuseppe Roi, il suo datore di lavoro, proprietario dalla masseria presso cui era impiegato. Roi non voleva ucciderlo. Aveva mirato ad un vecchio frigorifero.

Il pastore si trovava dietro, poggiato ad un muretto mentre sorvegliava il gregge. Ha sentito il colpo, si è voltato e il secondo gli è arrivato in fronte.

È morto sul colpo. Il suo corpo è rimasto lì. Giuseppe Roi è corso a casa, probabilmente ha raccontato tutto al padre Angelo. Insieme potrebbero, secondo gli investigatori, aver inscenato il ritrovamento del cadavere. Il 66enne racconta di essere arrivato nella campagna tra Porto Cesareo e Torre Lapillo alle 13, 30 con l’intenzione di portare il pranzo al pastore e di averlo trovato morto. Si tradisce per la prima volta: chiama il 118 e riferisce che il giovane è morto sparato. In realtà nessuno sapeva, in quel momento, che fosse stato colpito da un proiettile. Il foro era piccolissimo, nascosto da un cappellino che la vittima aveva sulla fronte.

Mentre gli inquirenti avviano le indagini su quello che appare sin da subito un omicidio inspiegabile, considerato che la vittima non aveva nemici, né alcuna frequentazione con altri pastori della zona, i due tentano un depistaggio. Il giorno dopo denunciano un furto di agnelli , provano a fornire un movente all’ omicidio: la reazione del pastore ai ladri.

In realtà, come appurato dalle indagini gli agnelli erano sempre stati 24 e non 45 come denunciato dai due per giustificare quelli mancanti dopo il presunto furto.

Il ritrovamento del frigorifero con i fori del proiettile durante il sopralluogo è stato fondamentale. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce al comando del capitano Biagio Marro insieme ai carabinieri di Campi e agli uomini della Scientifica, hanno ricostruito la scena del delitto ipotizzando la dinamica degli eventi. Indizi che sommandosi gli uni agli altri hanno portato all’ordinanza emessa dal pm Giuseppe Capoccia e firmata dal gip Simona Panzera. L’arresto di Roi all’alba, dopo 7 mesi dall’omicidio.

“È un omicidio volontario con dolo eventuale”, ha spiegato il Procuratore Capo Cataldo Motta. “Giuseppe Roi non voleva uccidere, ma ha accettato il rischio che questo potesse accadere: il pastore era lì, a pochi passi”.

In molti hanno parlato della passione di Roi per le armi. In casa è stato trovato un caricatore di Kalasnikov, ma c’è chi parla di pistole e fucili.Nella tasca di una giacca della vittima c’ era un proiettile calibro 22. Non è escluso che i due si divertissero a sparare insieme per passare il tempo.

Angelo Roi è indagato per favoreggiamento in simulazione del reato: quella denuncia del furto degli agnelli che è servita a depistare le indagini. Roi non ha confessato, continua a dichiararsi estraneo alla vicenda.

Mariella Costantini

Articoli correlati

Elezioni, affluenza in calo in Puglia: ha votato un elettore su due

Redazione

Lo minacciò e gli incendiò l’auto: rumena dai domiciliari finisce in cella

Redazione

Omicidio Angelica Pirtoli, in Appello conferma all’ergastolo per Biagio Toma

Redazione

Ex Lsu e dipendenti Securpool: proteste in Prefettura e Procura

Redazione

Fondazione Italia-USA: a neolaureata salentina attestato di “professionista accreditato” e borsa di studio

Redazione

Auto investe bici, ciclista morto sul colpo sulla Soleto-Martano

Redazione