Politica

Fitto, Berlusconi e l’uso intelligente dello scontro

ROMA- Lo scontro c’ è stato realmente ma la scissione non avverrà! Troppi gli interessi reciproci in gioco: dalla struttura partito alle prossime elezioni regionali senza escludere la continua, anche se più remota, minaccia di elezioni anticipate. Se e’ vero che in questa seconda Repubblica ogni qualvolta si sia creata una minoranza, o disapprovazione della linea del leader del partito, si sia generata una scissione, questa volta ci sarà un’utilitaristica gestione dello scontro.

A Berlusconi serve Raffaele Fitto ed a questo serve il Cavaliere. Se è vero, secondo la valutazione dell’uomo di Arcore, che le continue critiche del salentino sull’appiattimento di F.i. nei confronti di Renzi gli farebbero perdere il 3 o 4% è ancor più vero, pero, che la Puglia sia stata, nelle ultime elezioni europee, quella che ha portato più voti, anche rispetto alla Lombardia.

Ecco perché Berlusconi non può perdere Fitto e questo,in virtu dell’italicum Porcellum, non può non avere un partito nazionale alle spalle, anche se in politica tutto può accadere.

Prova di questa valutazione sono le posizioni pacifiste degli uomini più vicini proprio al Cavaliere: da Toti a Brunetta. Lo scontro durante l’ufficio di presidenza non poteva esser rimandato. A Berlusconi non piace molto chi parla in senso critico sulle sue parole e Fitto, dopo la battaglia delle europee, non poteva fare un passo in dietro per la sua sopravvivenza e scalata nella politica nazionale. Unico vero incidente durante l’accesso confronto la frase sulla famiglia Dc.

Ma proprio sull’ etichetta di ex democristiano la soluzione del caso politico essendo dc, non solo Fitto ma in primis proprio il suo Leader.

A margine dell’ incidente diplomatico, come detto prima, l’uso utilitaristico di entrambi. Fitto, da vittima delle offese, incrementerà la sua battaglia come coagulatore degli scontenti e Berlusconi, da non sprovveduto, lo userà per non correre rischi di fuoriuscite, dannose per la sua immagine e per i numeri convinto che la visione politica del salentino non sia miope come quella di Fini.

Fitto, dalla sua, userà il dualismo per continuare ad andare in Tv come unico leader alternativo a Berlusconi, e per conto del maggior partito di formale opposizione, e con la cinica visione che F.i. ha un capo di 78 anni non più eleggibile e, prima o poi, pensionabile e senza, per ora, alcun discepolo di forte caratura politica

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