Cronaca

“Un Salento d’amare e non da bere”, il Prefetto scende in campo

LECCE- Il Prefetto Giuliana Perotta promette ulteriori iniziative per avere un “Salento d’amare e non da bere”. La Notte della Taranta, l’attesissimo Concertone…e le polemiche. In 150mila hanno ballato e cantato fino all’alba, ma al tempo stesso le polemiche non si sono fatte mancare.
Sul web circola la testimonianza di una donna: “Io con altre signore e bambini abbiamo rischiato, per ben due volte, di essere schiacciati dalla transenna e all’ennesimo attacco abbiamo scavalcato ed “invaso” la zona VIP… Si è scatenato l’inferno…E’ stato allora che, finalmente, sono arrivati i responsabili, ma per cacciarci!!! Sapevano solo dire: “Qui si può stare solo con il Pass”… CARA #NOTTEDELLATARANTA… ti ho vista nascere, crescere e, ieri, anche morire!”.

E poi c’è ancora l’intervento su Facebook del consigliere regionale Pd Sergio Blasi: “..Devo ammettere che la Notte della Taranta non mi provoca più l’emozione delle prime volte. Perché mi pare che al “miracolo” che ha riempito anni fa il piazzale degli Agostiniani si vada sostituendo qualcosa di indefinito, di spersonalizzante, confuso. Sugli appassionati e gli spettatori interessati prevale ormai una folla fluttuante che non riesco a ben interpretare”.

“Anche io sono stata presente alla Notte della Taranta- afferma il Prefetto Perrotta– Con preoccupazione crescente ho guardato la piazza riempirsi fino all’inverosimile, e l’arrivo di gruppi di giovani, alcuni poco più che imberbi, con barilotti di vino a buon mercato sotto braccio.

Si sa la deformazione professionale mi fa vedere, in eventi come questo, tutti i pericoli e i rischi che una enorme concentrazione di persone, di cui buona parte predisposta allo sballo, puó comportare –continua- La mia agitazione era solo in parte confortata dal constatare l’ottimo funzionamento della macchina organizzativa che risponde ogni anno, in maniera crescente alle sollecitazioni e alle direttive che, come Prefettura, in sede di Commissione di vigilanza, abbiamo impartito, e i consistenti servizi degli organismi dello Stato , forze dell’ordine, vigili del fuoco e sanitari che in sede di Comitato per l’ordine e sicurezza pubblica abbiamo predisposto.

Pur tuttavia non potevo non essere attratta e conquistata dal parossismo della folla che si muoveva come un corpo unico al ritmo della pizzica.Certo quando tutto si é concluso senza incidenti ho tirato un sospiro di sollievo.

Ma a mente fredda, non posso non condividere le considerazioni di Sergio Blasi comparse su ” Il Quotidiano” di ieri, e non rispondere al suo appello alla classe dirigente di questo territorio, a cui mi pregio di appartenere, di avviare un confronto ed un ripensamento sul quello che ormai si può definire ” il fenomeno Salento”.

“Il fenomeno delle folle fluttuanti, non si ferma a Melpignano –afferma Blasi– Basta spostarsi a Gallipoli per trovare nei concerti degli artisti internazionali e nei beach party altri colpi d’occhio impressionanti, e la stessa sensazione di “pieno” che si prova alla Notte della Taranta. E ancora a Otranto nelle serate di agosto, o sulle spiagge strapiene della riviera adriatica.

La domanda che mi faccio, e che giro anche ad altri esponenti della classe dirigente di questo territorio, è questa: forse, dopo più di un decennio passato a riscoprirci e a promuoverci, oggi siamo al punto in cui abbiamo cominciato a subire la pressione di quelle folle che, qualche anno fa, ci ammaliavano? Nel Salento abbiamo accolto il turismo come veicolo di economia e di contaminazione positiva, ma quanto di questo progetto resiste, oggi, al peso di una moltitudine che è qui solo perché siamo una terra affascinate e a buon mercato e soprattutto poco capace di regolare le folle?….

Bisogna prendere atto che siamo al confine di una nuova fase, di una maturazione, e che ancora non siamo riusciti a varcarlo, questo confine. Siamo ancora fermi, ammaliati delle folle. È a causa del nostro immobilismo che quest’estate ci siamo trovati in ostaggio, in molti casi, di un turismo irrispettoso. Direi di un turismo poco interessato al Salento e molto più alla baraonda che, tra l’altro, garantisce un ritorno economico ancora troppo modesto a fronte della pressione demografica elevatissima che produce”.

Il Salento, non é una novità, ha un fascino che ammalia e ha delle potenzialità nel settore turistico- culturale che vanno valorizzate, sostenute e pianificate –continua Perrotta- Compito delle forze politico- amministrative é programmare in maniera sistematica ed organica lo sviluppo che si intende imprimere al territorio, far convergere le risorse finanziarie e umane che possano realizzare un cambio di tendenza al modo di fare turismo seguito finora, e coordinare la rete dei soggetti attuatori del programma…..tutto si può fare purché si parta da un presupposto imprescindibile: che non esiste sviluppo senza legalitá….”

Anzi, il Prefetto stesso ha affermato di aver disposto nelle prossime settimane di “acquisire i dati ufficiali sull’andamento della stagione e sugli episodi negativi, raffrontandoli con quelli dell’anno scorso in modo da avere, elementi concreti da valutare con tutte le istituzioni e, perché no, anche con gli organi di informazione per confrontarci e riflettere sui passi in avanti, se ci sono stati, e sulle ulteriori iniziative per avere un “Salento d’amare e non “da bere”.

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