Cronaca

Troppa puzza nonostante il sequestro, nuova diffida su impianti rifiuti

CAVALLINO- Ancora miasmi, ancora diffide, nonostante il sequestro in buona parte ancora in piedi. Non c’è pace per i residenti dei comuni limitrofi agli impianti di rifiuti di Cavallino. Dopo tre giorni di odori nauseabondi, il sindaco di San Donato, Ezio Conte, prende carta e penna e scrive alle società interessate, al Settore Ambiente della Provincia di Lecce, Arpa e Asl e, per conoscenza, anche al Prefetto e all’Ato. E’ una segnalazione che arriva dopo quella già giunta in Procura a fine luglio da parte dei carabinieri del Noe di Lecce, a seguito di un’altra serata alle prese con puzze insopportabili.
“Di fronte alle legittime rimostranze – ha scritto – questo ente si trova impossibilitato ad agire in via cautelativa se non attraverso la diffida. Per questo si invitano gli enti a verificare, con estrema urgenza, la funzionalità del ciclo produttivo, oltre a intervenire per far sì che, indipendentemente da eventuali valori di sostanze inquinanti, tali cattivi odori non si verifichino più”.

Diversi cittadini hanno già lamentato disturbi alla salute e l’invivibilità anche all’interno delle proprie abitazioni. Inutile, dunque, barricarsi in casa, neanche quello è più un rimedio a San Cesario, San Donato, Cavallino e, quando il vento soffia da sud, anche a Castromediano.

La diffida, per quanto non nuova, assume ora peso diverso. Il 9 giugno scorso, infatti, il Noe e la polizia provinciale hanno eseguito il sequestro disposto dal gip Simona Panzera su tutti e tre gli impianti cavallinesi. Quello relativo alla produzione del cdr, di società della Progetto Ambiente, è stato dissequestrato poco dopo, mentre i sigilli continuano a rimanere a discarica e biostabilizzatore della Società Ambiente e Sviluppo, a cui è stata concessa proroga della facoltà d’uso fino alla seconda metà di settembre ai soli fini dell’adeguamento impiantistico. Il relativo progetto è ora sottoposto alla valutazione del consulente della procura, Barbara Valenzano, che dovrà esprimersi. Il nodo è lo stesso: troppi miasmi e lamentele relative a irritazioni congiunturali, emicranie, difficolta’ respiratorie, nausee, inappetenze ed altre problematiche di carattere sanitario. l’ipotesi di reato contestata  e’ quella del getto pericoloso di cose.

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